Tallio killer, Mattia Del Zotto a processo il 4 giugno

Nova Milanese, il ragazzo è accusato di aver ucciso i nonni e una zia paterni e avvelenato altre 5 persone

Mattia Del Zotto è imputato di omicidio volontario plurimo e lesioni personali gravi

Mattia Del Zotto è imputato di omicidio volontario plurimo e lesioni personali gravi

Nova Milanese (Monza Brianza), 27 marzo 2018 - Fissato il processo davanti alla Corte di Assise di Monza per Mattia Del Zotto. È prevista per il 4 giugno la prima udienza del dibattimento per il 27enne imputato di omicidio volontario plurimo e lesioni personali gravi plurime per avere avvelenato con il tallio la sua famiglia, uccidendo i nonni e una zia paterni e mandando in ospedale altri quattro parenti e la badante. La fissazione del processo davanti alla giuria di giudici popolari, presieduta dal giudice togato Giuseppe Airò e con a fianco il collega Alessandro Rossato, scatta automaticamente quando viene chiesto per l’imputato il giudizio immediato. Come ha fatto il magistrato titolare delle indagini sugli avvelenamenti, il pm della Procura di Monza Carlo Cinque, che ha ritenuto che il giovane possa andare subito a processo in quanto non solo ha confessato di avere sciolto il veleno nelle bottiglie di acqua minerale dei parenti per punirli perchè ritenuti «impuri», ma la sua confessione è anche suffragata da numerosi elementi investigativi che lo inchiodano, al di là della confessione, come il killer dei parenti.

Improbabile invece si vada al processo ordinario per Mattia, da quasi quattro mesi detenuto nel carcere di Monza e ritenuto parzialmente infermo di mente da una perizia psichiatrica disposta dalla Procura di Monza. Col rito ordinario infatti rischierebbe la condanna all’ergastolo nonostante l’attenuante della capacità parziale di intendere e di volere. Quindi difficilmente il difensore del giovane, l’avvocato Silvia Letterio, sceglierà di fargli affrontare il dibattimento e tutta probabilità consiglierà all’imputato di scegliere di essere processato con il rito abbreviato, un rito alternativo che comporta per legge lo “sconto” di un terzo sulla pena finale. Piuttosto la battaglia che si aprirà sarà quella sulle capacità mentali dell’avvelenatore. Perché la difesa di Mattia Del Zotto ha già annunciato che sottoporrà il giovane a un’altra perizia psichiatrica per avere la certezza che il 27enne sia completamente incapace di intendere e di volere. In modo da aprire la strada ad un proscioglimento totale dalle pesanti accuse.

Magari dopo una terza consulenza psichiatrica che potrebbe essere disposta d’ufficio dal gup nel caso che le perizie di accusa e difesa fossero totalmente divergenti. Per gli esperti nominati dalla Procura, Mattia era pazzo quando ha deciso di sterminare il parentado. Ma era sano di mente quando ha lucidamente pianificato come mettere in atto il suo folle piano di morte. Un disturbo mentale definito dagli esperti parafrenia, che porta chi ne è affetto a vivere una doppia vita, una doppia personalità, riuscendo ad alternare senza fatica il delirio della guerra contro gli idolatri e la quotidianità della vita reale.