Avvelenati da tallio: Mattia resta in silenzio, chiede solo libri sull'ebraismo

Il 27enne brianzolo non sembra intenzionato a svelare come e quando abbia esattamente agito, avvelenando ciascuno dei suoi parenti, esclusi i genitori

 Milano, avvelenati con il tallio (La Presse)

Milano, avvelenati con il tallio (La Presse)

Nova Milanese (Monza e Brianza), 8 dicembre 2017 - E' chiuso nel silenzio Mattia Del Zotto, il 27 enne di Nova Milanese arrestato dai carabinieri di Desio e reo confesso degli omicidi dei nonni paterni e di una zia, e del tentato omicidio di altri cinque familiari, tutti avvelenati con solfato di tallio. Il giovane ha solo chiesto agli operatori del carcere di Monza libri legati alla religione ebraica, ma per il resto non sembra intenzionato a cambiare atteggiamento. Gli inquirenti si aspettano che sabato, nell'interrogatorio di garanzia, Del Zotto si decida a svelare come e quando abbia esattamente agito, avvelenando ciascuno dei suoi parenti, esclusi i genitori.

Da quanto si è saputo Del Zotto, arrivato in carcere in piena notte dopo che mercoledì sera i carabinieri lo hanno arrestato su ordine del gip di Monza Federica Centonze, è apparso freddo, non provato emotivamente: come se avesse alzato una 'barriera' per rinchiudersi in un suo mondo.  Viste la particolarità del caso e l'età del pluriomicida reo confesso, la direttrice della casa circondariale, Maria Pitaniello, ha concordato con il Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti, titolare dell'inchiesta, di sottoporre il 27enne non solo a un regime di sorveglianza "intensivo" ma anche a un monitoraggio continuo da parte degli psichiatri e psicologi interni per una valutazione sul suo stato di salute mentale. Ci sarà, quindi, un lavoro d'équipe tra i medici, la polizia penitenziaria, la direzione del carcere, per accertare quali siano effettivamente le sue condizioni psicologiche. Tutto ciò per poi cercare di inserirlo nella vita carceraria.

Intanto, gli investigatori cercano di fare qualche ipotesi: potrebbe annidarsi nella suggestione provata da bambino in Friuli di fronte a due casi analoghi (rimasti irrisolti) la ragione per cui Mattia abbia scelto di fare ricorso al tallio per avvelenare e uccidere a Nova Milanese i suoi parenti. La ragione per cui il giovane abbia proprio scelto il solfato di tallio per mettere in pratica in suo folle piano potrebbe dunque essere nascosta nella cascina di Varmo (Udine), dove la famiglia Del Zotto trascorreva da sempre le vacanze. In quella zona nel 1999 e nel 2000 persero la vita due uomini proprio per avvelenamento da tallio. I due casi rimasero irrisolti. Mattia a quell'epoca aveva dieci anni, e potrebbe esserne rimasto suggestionato. Ma è tutto ancora da accertare.