Avvelenati da tallio: Mattia, l’ombra della setta religiosa. Viveva isolato con il pc

Da giovane lavoratore cultore del body building, ad 'ascetico' disoccupato finito nel vortice di confuse convinzioni religiose

La casa della famiglia Del Zotto

La casa della famiglia Del Zotto

Nova Milanese (Monza e Brianza), 8 dicembre 2017 - Da giovane lavoratore cultore del body building, che non disdegnava l’uscita con qualche amico per una birra in compagnia, ad «ascetico» disoccupato finito nel vortice di confuse convinzioni religiose. Capaci di fargli indossare i panni di un folle, lucido, killer. Forse pronto a sterminare, silenziosamente, l’intera famiglia: «gli impuri». Una trasformazione choc, quella di Mattia Del Zotto, il 27enne brianzolo diventato il presunto «mostro del tallio».

La scintilla, pare, proprio la perdita del lavoro. Dopo aver svolto alcune mansioni in un call center, in due supermercati della zone e in una impresa di Desio, il giovane era rimasto a piedi. E ne soffriva, maledettamente. «Sto cercando lavoro sul web», ripeteva nell’ultimo periodo ai genitori, mentre era chiuso nella sua stanza, nella villa quadrifamigliare a Nova Milanese, paese di 23mila abitanti che difficilmente dimenticherà l’incredibile vicenda. Al computer, sempre davanti a quel computer dove gli inquirenti hanno scovato il suo diabolico piano (il suo laptop era protetto da una password emblematica: «GloriosoDio»). Però, ormai sembrava essere andato oltre la ricerca di una occupazione. Per passare alla ricerca di risposte a questioni più alte, più metafisiche. Che riteneva di aver trovato nella religione ebraica. In «una sorta di setta chiamata Concilio Vaticano II», ha detto la mamma Cristina Palma agli inquirenti, come messo nero su bianco nell’ordinanza del gip di Monza Federica Centonze, senza però avere dettagli sull’esistenza di tale gruppo. 

Da questa scoperta, la scelta di un nuovo modo di vivere, di essere. Volto all’essenziale. «Prima Mattia era indipendente – ha raccontato la mamma agli inquirenti –: cucinava da solo, lavorava e frequentava assiduamente la palestra. Improvvisamente ha smesso di allenarsi. Un cambiamento drastico coinciso con la perdita del lavoro. Da qui, la voglia di chiudersi in se stesso». Il taglio di tutti i rapporti con il mondo esterno. Il minimo sindacale con i genitori, con una escalation di liti e discussioni, tanto che il padre voleva cacciarlo di casa, «ma io mi sono opposta», ha spiegato la madre. E con un proliferare di piccole e grandi fobie, manie, atteggiamenti singolari, preoccupanti a tal punto da spingere i genitori a voler consultare una psicologa («non ne ho bisogno, sto bene così», la risposta). Dentro la camera, aveva tolto tutti gli oggetti superflui, era diventato maniaco dell’ordine, della pulizia. Fuori, pur avendo la macchina, non la usava più: «non sopportava l’idea di avere un’altra autovettura dietro la sua che potesse abbagliargli o suonargli il clacson – ha spiegato la madre – e ha deciso di non utilizzare più i mezzi pubblici perchè pieni di persone arroganti che bestemmiano». «Ultimamente ce l’ha con il mondo intero – aveva sottolineato la donna – però non credo sia in grado di fare del male a nessuno e suppongo nel caso si sarebbe rivolto prima contro me e mio marito».

Eppure, in qualche modo la madre era spaventata, come quando «mi ha fatto vedere un video del Papa in cui il pontefice guardava una coppia ballare il tango e ha criticato l’atteggiamento di Francesco. In più all’inizio di quest’anno mi ha fatto ascoltare un audio di una voce metallica il cui contenuto non lo ricordo perchè mi faceva quasi paura». Un mix di voci, pensieri, manie che lo hanno trasformato in un presunto pluriomicida. Con ancora cinque barattoli di solfato di tallio pieni, a disposizione. Da servire, chissà, su qualche altro, indigeribile, piatto.