Tallio, è il giorno della verità: attesa per l'esito delle perizia su Del Zotto

Il 28enne che ha confessato di avere avvelenato i parenti «impuri» con il veleno nelle bottiglie dell’acqua minerale

Mattia Del Zotto scortato dalla polizia penitenziaria

Mattia Del Zotto scortato dalla polizia penitenziaria

Nova Milanese (Monza Brianza), 19 novembre 2018 - Si annuncia battaglia a colpi di perizie psichiatriche per il killer del tallio. Oggi è il giorno della resa dei conti per Mattia Del Zotto, il 28enne che ha confessato di avere avvelenato i parenti «impuri» con il veleno nelle bottiglie dell’acqua minerale, uccidendo i nonni e una zia paterni e mandando in ospedale altri quattro parenti e la badante.

Alla Gup del tribunale di Monza Patrizia Gallucci, davanti a cui si sta svolgendo il processo con il rito abbreviato per omicidio volontario plurimo e lesioni personali gravi plurime, spetta la decisione se assolvere l’imputato per infermità mentale totale, mandandolo in una struttura psichiatrica giudiziaria come misura di sicurezza, oppure concedergli soltanto un’attenuante per infermità mentale parziale e uno ‘sconto’ sulla condanna in carcere, dove il giovane è detenuto dal dicembre 2017, quando i carabinieri erano risaliti a lui dopo mesi di indagini sugli alimenti rimasti senza riscontro.

La giudice ha disposto una consulenza super partes dopo i risultati contrastanti delle perizie di accusa e difesa. Per l’esperto nominato dal pm monzese Carlo Cinque, infatti, Mattia Del Zotto risulta soltanto parzialmente infermo di mente: era pazzo quando ha deciso di fare fuori i familiari, ma era sano di mente quando ha lucidamente pianificato come mettere in atto il suo folle piano di morte. Un disturbo mentale definito parafrenia, che porta chi ne è affetto a vivere una doppia vita, una doppia personalità, tra il delirio della guerra contro gli idolatri e la normale quotidianità.

Il giovane era invece totalmente incapace di intendere e di volere per lo psichiatra nominato dal difensore dell’imputato, l’avvocata Silvia Letterio. Una conclusione identica a quella a cui è ora giunta la terza perizia psichiatrica, secondo cui Mattia era completamente infermo di mente per un disturbo delirante quando ha deciso di sterminare il parentado ed è ancora socialmente pericoloso. A queste conclusione dovrebbe però intenzione di opporsi la Procura, facendo valere la propria consulenza psichiatrica.

In caso di assoluzione per infermità mentale, nessun risarcimento dei danni verrebbe inoltre riconosciuto ai parenti che si sono costituiti parti civili, rappresentati dall’avvocata Stefania Bramati: la zia sopravvissuta al tallio, Laura Del Zotto (che porta ancora gravi le conseguenze dell’avvelenamento) e il marito, nonchè il figlio di Patrizia Del Zotto (morta invece insieme ai genitori). Anche la badante si è costituita parte civile mentre non intendono chiedere un risarcimento dei danni i nonni materni del 28enne, seppur finiti a loro volta ricoverati.