Killer del tallio, la zia perdona l’avvelenatore

Nova, ha sterminato la sua famiglia con il tallio. "Ma è mio nipote"

Mattia Del Zotto

Mattia Del Zotto

Nova Milanese (Monza), 19 giugno 2018 - «Non so spiegarmi cosa gli sia successo, ci si stringe il cuore. Comunque mio nipote l’ho perdonato». Laura Del Zotto è la zia di Mattia, il 27enne che ha confessato di avere cercato di sterminare con il veleno nelle bottiglie dell’acqua «gli impuri», uccidendo i nonni e una zia paterni e mandando in ospedale altri quattro parenti e la badante di due di loro. Ieri la donna, sopravvissuta al tallio, era presente alla prima udienza del processo con il rito abbreviato che vede il giovane imputato di omicidio volontario plurimo e lesioni personali gravi plurime davanti al gup del Tribunale di Monza Patrizia Gallucci, protagonista di un caso che aveva tenuto tutta Nova Milanese con il fiato sospeso per mesi.

La donna era presente perché in ogni caso si è costituita parte civile, insieme al marito e al figlio della sorella Patrizia (che invece è morta) e alla badante della coppia di anziani deceduti, per ottenere un risarcimento dei danni. Anche se a malincuore. «Siamo combattuti tra l’amore per nostro nipote e la costituzione di parte civile - dice Laura Del Zotto, che cammina con l’aiuto di una stampella dopo i postumi dell’avvelenamento - Ma io sono rimasta sei mesi in ospedale, ho subìto danni forti e ne avrò per anni, ancora faccio fatica a camminare». Non se la sono invece sentita di costituirsi parti civili i nonni materni di Mattia, seppur finiti a loro volta ricoverati.

Mattia Del Zotto è in carcere dal dicembre scorso, ma ha voluto presenziare al processo, come è suo diritto. Seduto dietro la sbarre della cella di sicurezza dell’aula delle udienze al Tribunale di Monza, maglietta a maniche corte di un colore arancio acceso, è diventato più tondo in volto in questi mesi. Ma il suo sguardo è sempre un po’ perso nel vuoto. Accanto a lui la sua mamma e il suo papà, pronti a fargli sentire la loro vicinanza, il loro amore, nonostante tutto.

Il processo con l’udienza di ieri ha esaurito le prime battute in pochi minuti. Perché il giudice ha deciso di disporre una nuova perizia psichiatrica sul 27enne, che verrà conferita il 2 luglio. Una consulenza super partes, dopo i risultati contrastanti delle perizie al momento prodotte da accusa e difesa. Per l’esperto nominato dal pm monzese Carlo Cinque, Mattia Del Zotto risulta soltanto parzialmente infermo di mente: era pazzo quando ha deciso di sterminare il parentado, ma era sano di mente quando ha lucidamente pianificato come mettere in atto il suo folle piano di morte. Un disturbo mentale tecnicamente definito parafrenia, che porta chi ne è affetto a vivere una doppia vita, una doppia personalità, tra il delirio contro gli idolatri e la quotidianità. Il giovane è invece ritenuto totalmente incapace di intendere e di volere dallo psichiatra nominato dalla difesa dell’imputato. Se questa ipotesi dovesse venire confermata, per Mattia si profila il proscioglimento dalle accuse e un pugno di mosche per le parti civili.