Il killer del tallio è chiuso in sé: caccia ai segreti della sua mente

Nova Milanese, il pm dispone la perizia psichiatrica

Mattia Del Zotto (Radaelli)

Mattia Del Zotto (Radaelli)

Nova Milanese (Monza Brianza), 23 dicembre 2017 - Una mente "complessa" che deve essere scandagliata a fondo. Lo ritiene la Procura di Monza che, a quasi venti giorni dal suo arresto, ha deciso di disporre una perizia psichiatrica su Mattia Del Zotto, il 27enne di Nova Milanese in Brianza che ha confessato di aver avvelenato la sua famiglia col solfato di tallio, uccidendo tre persone e mandandone in ospedale altre cinque. Voleva punire tutti perché «soggetti idolatri e impuri».

La decisione del pm Carlo Cinque e del procuratore Luisa Zanetti è scaturita dai primi esiti degli accertamenti psicologici eseguiti nel reparto di psichiatria dell’ospedale San Gerardo di Monza, dove Mattia è stato trasferito dal carcere e dove è piantonato dalle guardie di polizia penitenziaria. Dagli esami starebbero emergendo i primi dubbi sulla capacità di intendere e di volere dell’indagato di omicidio plurimo e tentato omicidio plurimo premeditati, finora ritenuto una «lucida mente criminale» per avere pianificato di sterminare tutti i parenti più stretti. Lo stesso motivo per cui al giovane è stata negata dal gip del Tribunale di Monza Federica Centonze una perizia psichiatrica sulla capacità di stare a giudizio, che era stata chiesta dal difensore di Mattia, l’avvocato Silvia Letterio, al termine dell’interrogatorio di garanzia seguìto all’arresto da parte dei carabinieri.

Secondo il legale, prima di qualsiasi altra iniziativa difensiva, era necessario comprendere se il 27enne fosse «in grado di rendersi conto di quello che gli sta accadendo» dal punto di vista giudiziario. Dalla Procura di Monza era arrivato parere negativo alla perizia sulla capacità di stare a giudizio, a firma del pm Carlo Cinque titolare dell’inchiesta. Intanto il giovane continua a vivere nel suo mondo, prima dell’arresto chiuso nella sua stanza e ora senza chiedere di nessuno, neanche dei genitori, impegnato nella lettura dei libri sull’ebraismo che ha chiesto all’arrivo in carcere. «Sono andato a fargli visita sabato scorso e il suo comportamento è rimasto ancora lo stesso», ha dichiarato l’avvocato Letterio.