Promessi alle scuole, mai arrivati: il mistero dei tablet elettorali

I presidi di Monza: "Spariti dopo il voto, non sappiamo più nulla"

Tablet per il voto elettronico

Tablet per il voto elettronico

Monza, 30 ottobre 2017 - Referendum terminato, le scuole aspettano di poter avere i tablet promessi dalla Regione. Per una scuola con 5 seggi elettorali – se ciascuno aveva a disposizione 3 apparecchi – si tratta di 15 tablet che potrebbero rimanere agli insegnanti per le attività scolastiche. «Noi non abbiamo ancora ricevuto nulla – commenta Antonio Prizio, dirigente degli istituti comprensivi Foscolo e Raiberti –, abbiamo consegnato le aule vuote venerdì e tali ci sono state riconsegnate». Stessa risposta da Guido Garlati, dirigente reggente dell’Istituto comprensivo Koiné di San Rocco: «Ho sentito che questi strumenti sarebbero rimasti alle scuole, ma per ora non abbiamo avuto alcuna disposizione. Non sappiamo neanche di che marca e tipo sono, né quali pacchetti applicativi contengano, né come potrebbero essere utilizzati a fini didattici». 

Regione Lombardia lo scorso luglio aveva firmato il contratto per la fornitura di oltre 24.000 tablet, che sono stati utilizzati nei circa 8.000 seggi. Lo aveva annunciato in più occasioni il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a proposito del Referendum per l’Autonomia della Lombardia. La polemica era subito montata perché ogni apparecchio è costato quasi 1.000 euro, per un importo complessivo di 23 milioni di euro: «Un investimento e non una spesa – aveva precisato il governatore – perché gli strumenti resteranno in dotazione alle scuole». Maroni aveva spiegato che si trattava di un contratto di acquisto e, quindi, aveva pure annunciato che li avrebbero lasciati in comodato gratuito alle scuole sedi di seggio, fino alla successiva consultazione: «Cambiando i software potranno utilizzarli per le attività didattiche».

Adesso però, come precisa il vice presidente della Regione, Fabrizio Sala, i tablet sono stati ritirati, riportati all’azienda appaltatrice che dovrà resettare i dati sensibili, riconfigurare gli strumenti e poi inserirvi i pacchetti applicativi di video scrittura e collegamento a internet a uso didattico. Poi, tramite l’assessorato all’Istruzione verranno consegnati all’Ufficio scolastico regionale che a sua volta li distribuirà alle scuole, in comodato d’uso gratuito. Sui tempi non ci sono ancora certezze. Sarà da vedere poi se effettivamente verranno ridati alle scuole tanti dispositivi quanti quelli che erano ai seggi. Tra l'altro, se Maroni aveva detto che sarebbero rimasti alle scuole fino alla successiva consultazione, significa che alle prossime elezioni gli stessi strumenti dovranno essere riconfigurati a scopo elettorale, Quindi: nuovo ritiro, riconfigurazione e redistribuzione ai seggi? Oppure alle prossime elezioni (e in Italia si vota in media ogni 10 mesi) verranno acquistati altri dispositivi per altri 23 milioni di euro? Per ora non è dato sapere