Morto sul lavoro a Sulbiate, l'ultimo messaggio: "Quella macchina funziona male"

Gabriele Di Guida aveva scritto un sms alla fidanzata

Gabriele con la fidanzata

Gabriele con la fidanzata

Cavenago (Monza e Brianza), 12 aprile 2019 - "Quella macchina funziona male", l’ultimo messaggio inviato alla fidanzata. Un sms custodito dalla ragazza che sognava di costruirsi un futuro con lui e che adesso è piombata nella disperazione. Da quando martedì mattina Gabriele è rimasto intrappolato nella verniciatura non fa che pensare a quelle parole. Sul telefonino, forse, "gli ultimi atti di una tragedia annunciata", per Pietro Occhiuto, segretario della Fiom-Cgil Brianza che ha raccolto lo sfogo della giovane. Accanto a lei, i genitori dello sfortunato manovale e il fratello. «Distrutti, come si può essere di fronte a un tragedia così grande», dice il sindaco di Cavenago Antonio Seghi, che ha abbracciato la famiglia. I Di Guida abitano in paese da sempre. «Il papà di Gabriele mi ha lasciato senza parole. Era in uno stato di prostrazione assoluta. Come i colleghi, nei loro occhi ho colto un dolore indescrivibile».

Intanto ieri in azienda un silenzio irreale rotto solo dai singhiozzi. Prima l’assemblea, poi lo sciopero alla Silfa Metal Packaging di Sulbiate, la fabbrica dei fusti metallici dove mercoledì mattina è morto Gabriele Di Guida. L’operaio 25enne di Cavenago schiacciato da una macchina per la verniciatura delle lamiere. Il giorno dopo gli 80 colleghi della storica ditta di via Rossini non riescono ancora a credere che sia successo davvero. Il tempo per loro si è fermato alle 9 del giorno prima quando il ragazzo è stato risucchiato dalla catena di montaggio, una macchina in cui ogni 2 minuti entrano 16 metri di bobine di metallo. Il corpo straziato dell’operaio l’ha mandata in stallo, - forse è scattato un sistema di sicurezza, lo chiarirà l'indagine - richiamando l’attenzione di un collega, addetto al funzionamento degli impianti. "Mi sono accorto che era ferma e sono intervenuto subito", ha raccontato il tecnico ai carabinieri. Non sapeva ancora che a due metri di altezza c'era Gabriele, incastrato fra i rulli, già morto. Appena l'ha visto, ha lanciato l'allarme e ha fatto di tutto per liberare il ragazzo, nella convinzione di poterlo salvare. Una speranza cancellata dalla cruda realtà in pochi istanti. Quando il manovale è stato sciolto dalla morsa che lo imprigionava, non c'era più niente da fare. Troppo estese le ferite e le fratture che non gli hanno lasciato scampo.

Fim e Fiom stanno organizzando altre quattro ore di sciopero in onore dell'operaio in tutte le aziende metalmeccaniche della Brianza, mentre l'inchiesta dovrà chiarire responsabilità e dinamica. Sotto la lente dei militari e di Ats, la formazione del giovane Di Guida, gli investigatori verificheranno se siano state rispettate le severe norme in materia e anche il funzionamento dell'impianto-killer. Sensori e sistemi di sicurezza che avrebbero dovuto mettere in stand-by la catena in presenza di un ostacolo. Solo le risposte a queste domande permetteranno agli inquirenti di restringere il ventaglio delle cause dell'incidente. Per ora, non si esclude che Gabriele in un eccesso di zelo, forse per raccogliere una chiave inglese caduta sotto al mostro di metallo che se l'è portato via, si sia spinto fra gli ingranaggi. Un attimo che si è trasformato in uno straziante addio. Il manovale 25enne è la quinta vittima sul lavoro in Brianza dall'inizio dell'anno. Il 17 aprile, i sindacati saranno in Regione, sotto Palazzo Lombardia, per dire ancora una volta "basta a questa strage".

Il lutto ha contagiato l’intera cittadina. «Un senso di amarezza e di cordoglio si è impossessato di tutto e di tutti: non possiamo più accettare che si muoia di lavoro». Gabriele è il 14esimo caduto sul lavoro in Lombardia «mentre era a guadagnarsi il pane», sottolinea il primo cittadino.