Strade e terreni privati concause dei disastri

Il presidente Enrico Boerci: serve una task force tra responsabili territoriali per affrontare il problema

Migration

Per risolvere il problema degli allagamenti e dei danni causati dai nubifragi, e più in generale per affrontare gli effetti del cambiamento climatico in Brianza, serve un impegno comune di tutte le istituzioni del territorio. E dopo gli ultimi episodi o casi come quello di Arcore dove a metà giugno per un nubifragio mezza città è finita sott’acqua, è Brianzacque, l’azienda pubblica che gestisce i servizi idrici nella provincia, a chiedere l’istituzione di una task force che possa prevenire e a risolvere gli effetti più gravi dei nubifragi. Perché la sola realizzazione di vasche volano oppure gli adeguamenti delle reti fognarie che sono in capo a Brianzacque non sono gli unici interventi necessari a prevenire gli allagamenti. Ci sono anche aspetti di gestione del territorio, opere stradali, lavori su terreni privati o in aree residenziali che dovrebbero essere fatti per evitare futuri disastri, aspetti che competono a enti e istituzioni locali.

La proposta presentata dall’ azienda è quella di attivare un tavolo dedicato ai problemi legati dai cambiamenti climatici su territorio che riunisca i Comuni, i Parchi, la Provincia, la Regione e la Protezione Civile in modo da poter agire su più fronti nelle situazioni critiche.

"I nubifragi sono una delle manifestazioni più severe del cambiamento climatico– ha commentato Enrico Boerci, presidente di Brianzacque – di cui noi, come gestori delle reti di fognatura, subiamo i danni diretti. È necessaria la costituzione di un’agenda condivisa tra gli attori territoriali per affrontare in maniera sinergica e integrata un problema globale che investe trasversalmente tutti gli ambiti".

L’azienda ricorda che dal 2014 sono state realizzate numerose opere di prevenzione degli allagamenti che hanno funzionato, come nei casi di Agrate con le vasche di via Puccini, via Don Cantini, via Battisti e i pozzi perdenti di via Archimede, le vasche a Bernareggio, nel quartiere Spaccone di Desio o l’intervento a Ruginello di Vimercate, oppure la maxivasca di Nova. Sono lavori risultati efficaci nel contenere i danni dei nubifragi, ma non sono sufficienti: "è necessario – conclude Boerci - che siano affiancati da azioni di riduzione a monte degli apporti delle acque meteoriche, soprattutto provenienti da abitazioni private e terreni agricoli, che sfuggono all’ambito di controllo del gestore idrico".