Calcio, golf e karate: a Monza sport therapy per i bimbi leucemici

I piccoli ospiti del Centro Maria Letizia Verga da oltre due anni si allenano con osteopati e laureati in scienze motorie

Sport Therapy al comitato Verga

Sport Therapy al comitato Verga

Monza, 13 ottobre 2019 - Si riposano nelle stanze dei reparti o nei saloni comuni, tra i caldi abbracci dei famigliari e le cure amorevoli del personale. Cercano svago, per riempire le lunghissime ore, smanettando ai videogiochi, sbadigliando davanti a qualche video o con qualche gioco da tavolo. Ma è quando passano gli specialisti con la maglia con la scritta «Sport Therapy», che ai piccoli ospiti del Centro Maria Letizia Verga si illuminano gli occhi. Così come ai loro genitori. «Quando tocca a mio figlio? Quando sarà il prossimo allenamento? Quando lo faranno anche mamme e papà?». «Presto, presto...», risponde con dolcezza la dottoressa Francesca Lanfranconi, medico specialista referente del progetto.

Ormai da due anni e mezzo, infatti, presso la struttura di via Cadore epicentro della lotta alla leucemia infantile, sport e terapia sono due parole che vanno a braccetto. Producendo «quintali» di sollievo, forza e speranza, reale e psicologica, ai piccoli pazienti. Che giocando a calcio, sperimentando il golf, il karate e l’arrampicata, o semplicemente con esercizi di «ginnastica di precisione», ricaricano le pile e i sorrisi. Su al terzo piano, ci sono la palestra e il nuovo giardino pensile attrezzato. Qui l’équipe è al lavoro, anche quando i bambini sono nei reparti. Il grupp delle osteopate sta inserendo gli ultimi dati a computer: «Abbiamo iniziato con i bambini dai 3 ai 6 anni sviluppando i loro allenamenti qui in palestra – racconta Monica Barbieri, che coordina la squadra formata da Clara Rivolta, Valeria Valdata, Chiara Frittoli e Federico Bouquin – poi li abbiamo estesi anche ai ragazzi più grandi, pre e post trapianto, per mantenere il loro apparato muscolo scheletrico più performante possibile».

Osteopati e laureati in Scienze Motorie, che lavorano in sinergia, sotto la supervisione dei medici dello sport Francesca Lanfranconi e Luca Pollastri: «Qualcosa di unico a livello nazionale e non solo – spiega la dottoressa Lanfranconi –: lo scopo è riuscire, con la ricerca, a produrre dati così buoni da far rientrare in futuro questa cura nel Servizio Sanitario Nazionale». William Zardo è un giovane allenatore del Renate, che qui fa parte del team di scienziati motori coordinato da Tommaso Moriggi e composto anche da Giorgia Radaelli ed Emanuele Villa: «Per ogni bambino facciamo una scheda di valutazione iniziale – spiega William, che è responsabile analisi dei dati – poi tre mesi di allenamento personalizzato, quindi una scheda finale. Lavoriamo sulla forza, sull’equilibrio, sulla flessibilità per tre volte a settimana, per un totale di 150 minuti. Ci sono poi i gesti tecnici, delle varie discipline sportive che proponiamo. I bambini sono sempre molto coinvolti e felici di partecipare».

A far divertire i piccoli con la mazza in mano, c’è l’istruttore di golf Matteo Bellenda. Massimiliano Gerosa si occupa di gestire la coloratissima parete di arrampicata. Giuseppe Scilef insegna l’arte del karate. Roberto Redaelli, invece, aiuta gli «atletini» di casa a cavarsela tra dribbling e gol. In gol, per ora, va tutto il progetto: «I risultati parziali sono veramente incoraggianti – sottolinea la dottoressa Lanfranconi –, così come i feedback dei bambini e dei genitori, sia fisici che psicologici, raccolti tramite degli appositi questionari di gradimento. Possiamo già affermare che la Sport Therapy contribuisce a contrastare gli effetti collaterali delle terapie, aiuta il bambino ad avere una migliore vita sociale e psicologica. Non rinunciare a tutti i benefici dello sport, pur nel percorso della malattia, è un impagabile valore di stimolo verso la guarigione».

La professoressa Adriana Balduzzi supervisiona il progetto Sport Therapy dal punto di vista clinico. In qualità di responsabile del Day Hospital coinvolge tutti i pediatri del DH, del reparto di Ematologia e del Centro Trapianti, affinché segnalino al team Sport Therapy chi può effettuare l’allenamento. Un progetto di altissimo livello, studiato nei minimi dettagli, che sta cambiando, ed è destinato sempre più a cambiare, in positivo la quotidianità e il futuro di questi bambini.