Biassono, sette spari contro la saracinesca dell'immobilare

Esplosi in centro durante la notte contro l’immobiliare Archetipo

La saracinesca dello Studio Archetipo

La saracinesca dello Studio Archetipo

Biassono (Monza e Brianza), 24 febbraio 2019 - Sette colpi di pistola nel cuore della notte a Biassono. Contro le vetrine dell'immobiliare Archetipo, sotto i portici della centrale piazza Italia, con la strada provinciale a dividerla dal municipio di Villa Verri.

A sparare, un uomo con il volto coperto da sciarpa e cappellino. Questo, per ora, raccontano i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona che hanno ripreso anche la fuga a piedi dell'autore. I carabinieri della Stazione di Biassono e del Nucleo investigativo del Gruppo di Monza stanno valutando qualsiasi pista. E, secondo quanto raccolto in caserma, il titolare dello studio professionale finito nel mirino (sarebbe la seconda volta negli ultimi anni) – l'ingegnere Giovanni Viganòha escluso di aver ricevuto minacce o avvertimenti, e non avrebbe saputo indicare episodi particolari che potrebbero portare al movente di quanto accaduto la notte scorsa.

Immediato l'intervento dei carabinieri di Biassono, allertati dalle telefonate degli abitanti della piazza svegliati intorno a mezzanotte da quei sette colpi di pistola. A terra, i carabinieri della scientifica hanno recuperato due bossoli e alcuni frammenti di una ogiva.

Le indagini partono da lì, innanzitutto per capire se l'arma che ha sparato era già stata usata in altre azioni criminali. E proseguono andando a scavare le attività della Archetipo, società immobiliare e studio di ingegneria che con il suo titolare ha contribuito allo sviluppo urbanistico degli ultimi trent'anni di Biassono. Sua, ad esempio, la firma sul Borgo della Seta, il piano di lottizzazione verso il confine con Vedano al Lambro che ha portato alla realizzazione di palazzine per la maggior parte rimaste invendute.

Ma nel passato recente, lo studio Archetipo è associato al piano di espansione industriale al confine con Lissone, Macherio, Vedano e Monza, il cosiddetto Ambito di trasformazione numero 1, uno dei progetti di edificazione di nuove aree industriali e commerciali più incisivi nel Piano di governo del territorio, su circa 300mila metri quadrati di terreni. Un'espansione legata anche all'atteso arrivo di Pedemontana (che avrebbe dovuto fare da traino proprio al nuovo settore industriale biassonese) ma da una manciata d'anni bloccata da una serie di ricorsi a difesa degli «ultimi limiti territoriali verdi» e contro un piano che, secondo le opposizioni in consiglio comunale alla linea dell'amministrazione a guida Lega e le anime ambientaliste della città, «ruota attorno a condizioni che oggi rischiano di essere antistoriche e alla totale incognita di Pedemontana, e stridono con normative europee che dicono di non consumare più territorio su zone a così alta incidenza antropica come Biassono e la Brianza».