Sovico, maestra violenta: undici famiglie parte civile

Si sono rivolte all’avvocata Monica Gnesi: chiedono una perizia sui danni subiti dai bambini

Violenza all'asilo di Sovico in un frame dei carabinieri

Violenza all'asilo di Sovico in un frame dei carabinieri

Sovico (Monza Brianza) - Undici famiglie, che rappresentano 13 bambini della scuola materna di Sovico, vogliono costituirsi parti civili nei confronti della maestra di 59 anni accusata di maltrattare i suoi piccoli alunni. I genitori si sono rivolti allo studio legale dell’avvocata Monica Gnesi per darle il mandato di procedere contro la donna che è stata interdetta per un anno dall’esercizio della professione da un’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pm della Procura di Monza Giovanni Santini e firmata dal gip del Tribunale di Monza Giovanni Gerosa.

Dai primi racconti delle mamme e dei papà dei piccoli ai loro legali (l’accusa di maltrattamenti riguarda diciassette bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni, che sarebbero stati insultati e colpiti a calci e pugni) è emerso che, a loro dire, i comportamenti aggressivi della maestra sarebbero iniziati ben prima del periodo tra aprile e giugno scorsi “cristallizzato” dalle indagini dei carabinieri. E ne sarebbe un indizio il fatto che alla 59enne veniva affiancata sempre una seconda maestra, che però chiedeva puntualmente di venire spostata in un’altra classe. Ipotesi che dovranno essere ora vagliate dagli inquirenti, insieme alla verifica delle conseguenze psicologiche e degli eventuali postumi permanenti subìti dai bambini. Proprio i comportamenti di alcuni bimbi, spaventati e traumatizzati, hanno fatto partire le prime segnalazioni di genitori e insegnanti al preside, che ha allertato le forze dell’ordine.

La difesa di parte civile si riserva di procedere con la richiesta di un incidente probatorio per sentire i bambini oppure di sottoporli a una perizia psicologica. La maestra, dal canto suo, è già stata sottoposta all’interrogatorio di garanzia davanti al giudice. Ma non ha voluto difendersi. Ha preferito, in accordo con i suoi avvocati, avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande del gip. Probabilmente anche per avere accesso alle carte dell’inchiesta, che comunque procede e che si basa anche sui filmati delle telecamere nascoste nell’aula posizionate, in accordo con il dirigente della scuola, dai militari brianzoli, che hanno documentato aggressioni fisiche e verbali alle quali la donna ha sottoposto i piccoli. Botte, trascinamenti, insulti e minacce: "Ti stacco la testa", "bestia", "oca", "beduini" e "vi taglio le mani", sono solo alcuni degli insulti della maestra che, secondo gli inquirenti, ce l’aveva particolarmente con gli alunni extracomunitari. Se comunque un bambino non eseguiva i suoi ordini, se rispondeva o disattendeva le sue aspettative, la donna reagiva trascinandolo per i vestiti, per le braccia o aggredendolo a calci e pugni.