Sogni, distanze e illusioni Il Covid nel film dei ragazzi

Il regista Filippo Grilli ha diretto gli studenti di seconda media: nel cortometraggio raccontano le loro vite durante la pandemia

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di Fabio Luongo

Mezz’ora di film per raccontare "le vittime dimenticate del Covid", ossia i ragazzi. Un cortometraggio che, attraverso la voce e il punto di vista dei giovani, accende un faro sull’anno particolare di una generazione costretta, a causa della pandemia, a rinunciare alle occasioni di socialità e condivisione con i coetanei, con conseguenze che ancora oggi si fanno sentire. È la nuova avventura targata Gpg Film, associazione culturale-casa di produzione di Lissone, con dietro la cinepresa l’occhio e la mente del regista lissonese Filippo Grilli. Il corto, intitolato “Il futuro ci appartiene“, è stato scritto, interpretato e realizzato da 23 ragazze e ragazzi delle classi di seconda media della scuola Marelli dei Salesiani di Sesto San Giovanni, prodotto dagli stessi Salesiani insieme a Gpg e Studio Media Video. La pellicola verrà presentata ufficialmente questa sersa al Cinema Rondinella di Sesto, nell’ambito di una rassegna dedicata ai cortometraggi.

"Tutto è nato l’altra estate, quando ho tenuto un corso di videomaking per gli studenti di seconda media dei Salesiani – racconta Grilli –. L’idea iniziale era insegnare a creare video, ma per quello non c’è bisogno di un corso, mentre per la post-produzione occorrono strumenti di un certo tipo. Perciò abbiamo pensato: perché non facciamo un film? Per i ragazzi potrebbe essere un’esperienza irripetibile: difficilmente vedono portare avanti un progetto dall’inizio alla fine, dalla pianificazione alla realizzazione. Quindi abbiamo parlato per un mese del cinema, degli stili. Poi ognuno di loro ha scritto una storia e alla fine siamo arrivati a sceglierne una". Da lì è scaturito il cortometraggio, la cui lavorazione è durata diversi mesi.

"Abbiamo preparato insieme la sceneggiatura, che vuole raccontare il loro anno e mezzo di Covid – spiega –: ho invitato i ragazzi a pensare alle cose più belle e a quelle più drammatiche che sono capitate loro in quel periodo e a cosa hanno perso, individuando ciò che poteva essere trasformato in una scena". "La sceneggiatura segue i ragazzi da gennaio 2020 a marzo 2021 – continua Grilli –. È una storia vera, che si conclude però con quello che avrebbe potuto essere, ma in realtà non è stato". "Il messaggio – sottolinea – è che i giovani sono stati le vittime dimenticate della pandemia: tutti, comprensibilmente, hanno investito sulla salute, sugli anziani, sul lavoro, ma ci siamo dimenticati del nostro futuro. Ancora oggi nelle scuole vedi chi sono i ragazzi del Covid, che non hanno potuto fare scuola come dovevano e hanno mancanze, anche umane. Tutto questo emerge forte nel film: chi ha figli o lavora in ambito scolastico, sa cosa i giovani hanno passato. Chi non ha contatti con loro non se lo immagina".

Nel film "emerge tutta la sofferenza dei ragazzi, che hanno messo in piazza loro stessi – prosegue il regista –. Il montaggio è stato fatto da me, ma quello che si vede sullo schermo è frutto loro. E penso sia venuto bene. Credo sia una delle cose migliori che abbiamo fatto come Gpg". Dopo un’introduzione sul cinema, la scrittura del corto è durata fino a gennaio 2022; da gennaio a marzo i ragazzi hanno appreso le competenze necessarie come attori, scenografi, costumisti, aiuto regista, fonico, elettricista, imparando ognuno il proprio ruolo. Tra aprile e giugno si sono svolte le riprese. Poi il montaggio e ora l’esordio sullo schermo.