Il lavoro agile in Brianza? Una medicina per l’ambiente

I dipendenti pubblici ogni giorno hanno risparmiato 24mila chilometri e in una settimana tagliato 12 tonnellate di anidride carbonica nell’aria

Il 56,9% dei dipendenti pubblici in questi mesi ha lavorato da casa

Il 56,9% dei dipendenti pubblici in questi mesi ha lavorato da casa

Monza, 29 maggio 2020 -  Lavorare da casa fa bene all’ambiente. E al traffico. Con oltre 24mila chilometri al giorno risparmiati e circa 12mila chili di Co2 "ripuliti" dall’aria ogni settimana. E la prospettiva che lo smart working possa (in molti casi) essere mantenuto per i dipendenti pubblici. Almeno questo è l’obiettivo su cui si confronteranno gli Stati Generali della Brianza il 10 luglio, con l’impegno di individuare linee comuni su cui proporre proposte da sperimentare partendo non soltanto da lavoro e mobilità, ma anche da infrastrutture digitali, diversificazione dei tempi e degli orari di uso della città, smart city, burocrazia semplificata, appalti a chilometro zero e percorsi di formazione in linea con le reali esigenze delle imprese.

Il punto di partenza, lo smart working a cui molte aziende e i Comuni prima di tutti hanno fatto ricorso. Se a Camparada e Lesmo il 100% dei dipendenti del municipio hanno lavorato da casa, negli altri Comuni della Brianza la percentuale del cosiddetto lavoro agile in emergenza ha riguardato il 56,9% del personale. La metà ha svolto da casa l’intera settimana lavorativa, 4 dipendenti su 5 almeno 3 giorni: una soluzione che ha trovato il favore di molti, tanto che il 66% degli Enti è favorevole, in futuro, a consentire se non addirittura incentivare lo smart working.

Lo stesso val e tra i dipendenti, con almeno uno su cinque pronto a lavorare da casa per sempre. Sono soprattutto le donne a volerlo tra i 1.683 dipendenti di 42 Comuni che hanno risposto all’indagine della Provincia su 4mila lavoratori comunali. Persone che per circa il 70% dei casi ha sempre utilizzato l’auto per raggiungere l’ufficio e rientrare a casa, percorrendo una media di 18 chilometri ogni giorno e passando almeno mezz’ora al volante. Ma timbrando il cartellino a casa almeno 4 giorni la settimana hanno ridotto dell’80% le percorrenze e di conseguenza le emissioni rispetto a una settimana “tipo“ ante-emergenza sanitaria e misure di lockdown.

Rilevante anche la quota degli spostamenti a piedi che da soli – o in combinazione con altre modalità di trasporto – coprono il 34% degli spostamenti. "Alla luce di questi dati è possibile formulare una prima ipotesi che riguarda il profilo emissivo e il risparmio sull’ambiente partendo da un target specifico di lavoratori – spiega il presidente della Provincia, Luca Santambrogio : per ogni settimana di smart working dei dipendenti pubblici brianzoli non sono stati emessi in atmosfera almeno 12mila chilogrammi di Co2 a settimana, dovuti a oltre 24.000 chilometri percorsi in meno al giorno".

Risultati che vogliono essere "punto di partenza delle riflessioni su quello che possiamo definire uso diverso della città e dei suoi tempi – continua -. Ci siamo proposti di estendere questo questionario al mondo produttivo per raccogliere informazioni sufficienti per avviare una sperimentazione che possa rientrare nelle linee guida del nostro Piano urbano della mobilità sostenibile: consolidare lo smart working significa avere un impatto positivo sulla riduzione del traffico e dell’inquinamento, una minore domanda di trasporto pubblico la cui capacità a parità di investimenti si è ridotta del 30%, un aumento della produttività del lavoratore che ha più possibilità di conciliare i tempi di vita con i tempi del lavoro".

Nelle prossime settimane gli uffici del Settore territorio lavoreranno a ulteriori elaborazioni, comprese quelle relative ai dati arrivati da 25 Comuni sulla mobilità sostenibile. A dimostrazione del ruolo riconosciuto alla Provincia di "promotore e facilitatore per mettere in relazione realtà istituzionali con associazioni di categoria e rappresentanti del mondo delle imprese, soggetti che in situazioni normali hanno poche occasioni di confronto – le parole del vice presidente Riccardo Borgonovo e del consigliere Fabio Meroni -. Crediamo, invece, che questa fase così critica, ma che rappresenta anche una grande opportunità, vada affrontata solo mettendo in sinergia idee, proposte, visioni per guardare a un nuovo modello di sviluppo e crescita della Brianza. Vogliamo capire se alcune misure adottate in emergenza possano avere uno sviluppo futuro in quella che sarà la nuova normalità, ma anche di ascoltare i vari punti di vista per verificare dove possono essere trovate convergenze per azioni di breve-medio e lungo periodo".