Elezioni comunali, sfida a tre per la poltronissima di Carnate

Egidio Passoni raccoglie il testimone del dem Nava, Matteo Corti (Lega e FI) punta sulla discontinuità, Rosella Maggiolini sul welfare

Elezioni comunali 2022

Elezioni comunali 2022

di Barbara Calderola

Sfida a tre per raccogliere il testimone del dem Daniele Nava. Il sindaco lascia dopo due mandati alla testa del Comune che ogni giorno si trasforma in città per l’arrivo di un esercito di pendolari in viaggio per Milano e i laghi. Il paese-snodo ferroviario che paga uno scotto pesante in termini di viabilità a questo ruolo è alla ricerca di una nuova guida. Ci prova con la promessa di innovare ma nel segno della continuità Egidio Passoni, 73 anni, pensionato, assessore ai Lavori pubblici nella giunta uscente, ex direttore dell’Ufficio tecnico del Comune di Arcore, "erede naturale" per il cartello di centrosinistra deciso a conservare l’amministrazione per portare a termine importanti progetti come l’annoso restyling di Villa Banfi, in itinere da 10 anni. "Bloccato dalla pandemia", ricorda l’aspirante primo cittadino alla testa della lista “Carnate Unita“. Fra le opere sulle quali puntare per rilanciare l’azione amministrativa c’è il nuovo Municipio che, in caso di vittoria, Passoni realizzerà nello storico asilo Pier Luigi, "con una diversa concezione degli spazi", spiega. Nell’attuale sede comunale invece nascerebbe un Centro civico, "cuore di un progetto di partecipazione e di condivisione per tutti". La struttura ospiterebbe anche il coworking, postazioni di lavoro condivise per start-up, o per professionisti. "La parola d’ordine è transizione – dice l’esponente del centrosinistra – ecologica, innanzitutto con progetti come la centrale unica che colleghi tutte quelle oggi sparse negli edifici pubblici, ma anche generazionale. I giovani devono essere protagonisti, abbiamo davanti un futuro affascinante".

Va invece nel segno della discontinuità "su tutta la linea" Matteo Corti, 44 anni, consulente d’azienda, alla testa di “CarnateSì“, sostenuta da Lega e Forza Italia, già segretario cittadino del Carroccio fra il 2012 e 2013, poi capogruppo in Consiglio dal 2013 al 2017, all’opposizione. E ora l’impegno "per invertire la rotta". "Dobbiamo vincere perché siamo il cambiamento, non abbiamo combinato i guai della sinistra come svendere le scuderie di Villa Banfi, chiudere i passaggi a livello, o scegliere di cementificare per incassare i soldi degli oneri e poi ritrovarsi con quartieri incompiuti e servizi ormai insufficienti per una popolazione che è cresciuta con i nuovi insediamenti". Per Corti manca anche "un piano per le industrie, lo Scatolificio Ambrosiano è l’ultimo grande marchio che ha lasciato Carnate, dobbiamo recuperare terreno". Da qui nasce l’esigenza "di superare il ruolo di quartiere dormitorio che non ci siamo mai scrollati di dosso: dopo le 21 non c’è un bar aperto, servono spazi per i giovani e luoghi di incontro, solo se si vive il territorio si scongiura la piccola criminalità, che al contrario, nel deserto, ha campo libero".

Punta sul welfare la sola donna in lizza, Rosella Maggiolini, 63 anni, pensionata, già consigliere e assessore ai servizi sociali nelle amministrazioni Gavazzi e Riva e ora in aula nelle fila di minoranza, è responsabile della Caritas cittadina. In cima alla lista delle priorità della sua “Carnate inComune“ c’è la sede del Centro anziani, "il contratto con il privato scade il 30 giugno e il gruppo rischia di trovarsi per strada". "Ho deciso di correre per cambiare passo, vogliamo dare attenzione a dettagli oggi trascurati. Il Comune deve tornare vicino a cittadini e associazioni: la distanza con l’istituzione è siderale. Vogliamo rimettere al centro il dialogo con la scuola e con il volontariato per costruire insieme una comunità accogliente e viva, che sappia essere solidale e in grado di creare occasioni di incontro". L’altro problema da affrontare di petto riguarda "le decine di famiglie a rischio sfratto: dobbiamo lavorare per trovare subito una soluzione". E poi c’è la questione dell’assistente sociale, "nominata annualmente da Offerta Sociale, l’azienda dei comuni del Vimercatese, Carnate deve averne una propria, assunta direttamente, parliamo di un ambito cruciale nei prossimi anni fra crisi e popolazione che invecchia". Per tutti c’è la questione di Villa Banfi, Corti pur di vederla sistemata propone "di procedere stanza per stanza", Maggiolini invece non si tirerebbe indietro se un privato decidesse di occuparsene "su modello di Villa Borromeo ad Arcore". Ma è rimandato tutto al 2023, dopo la proroga concessa al costruttore per il restyling a causa del virus.

Quasi il 20% della popolazione è di origini straniere, 1.400 residenti su 7.500mila, quasi tutti concentrati nel quartiere stazione. Per i tre aspiranti sindaci la parola d’ordine è integrazione: non vogliono muri, è uno degli aspetti più delicati del sociale che attende il vincitore della elezioni del 12 giugno. Ed è anche uno dei punti più importanti del programma di tutti i candidati, convinti che su questa partita si giochi un pezzo importante di futuro del borgo alle porte di Monza.