Seveso, smontava auto rubate nella sua officina: arrestato il titolare

Un uomo di 43 anni di origine romena è in carcere con l'accusa di riciclaggio

Carabinieri

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Seveso, 18 dicembre 2022 - Un 43enne romeno è finito in manette, in flagranza di reato per riciclaggio e installazione di apparecchiature atte a intercettare e impedire comunicazioni telegrafiche e telematiche. L'arrestato è un pregiudicato con alle spalle reati contro il patrimonio e riciclaggio e da tempo vive in Brianza. E' stato sorpreso all’interno di un capannone industriale di Seveso dove custodiva dodici autovetture già private di tante componenti delle vetture (parti elettroniche, fanali, paraurti e altro ancora) che sono risultate rubate a Milano in provincia di Monza della Brianza tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre.

Questo arresto è arrivato, dopo la segnalazione di un cittadino che ha raccontato ai militari dell'Arma di piazza Prealpi come ci fosse un accesso inconsueto di alcuni veicoli nell’area del capannone, i carabinieri hanno fatto le verifiche nel capannone sevesino. Al loro arrivo i carabinieri del Colonnello Emanuele Amorosi hanno trovato un’auto posizionata sulle forche di un muletto elettrico e il 43enne intento a smontarla. Il romeno, che in un primo momento ha dichiarato di essere semplicemente il custode dell’area, ha poi affermato di trovarsi nel capannone per conto di un cittadino di origine marocchina, tale Abdul, non meglio identificato, che l’aveva incaricato di smontare le parti del mezzo.

All'esterno il capannone era dotato di sistema di video sorveglianza, collegata a due schermi posizionati all’interno ed a un router per controllo da remoto, il tutto perfettamente funzionate e attivo. Inoltre, all’interno del capannone sono stati trovati anche tre inibitori di radiofrequenza, cosiddetti "jammer" .Alla luce degli elementi emersi, i carabinieri hanno arrestato il 43enne che, su disposizione del sostituto procuratore di turno della Procura di Monza, è stato accompagnato in carcere a Monza a disposizione dell’autorità giudiziaria. Alla fine, il capannone, le macchine rinvenute e gli apparati di inibizione di frequenza sono stati messi sotto sequestro.