Sette ore al pronto soccorso "Solo un ritardo mestruale"

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"Dolori addominali legati a un ritardo mestruale". Alla fine questa è la diagnosi della giovane paziente brianzola che si è presentata al pronto soccorso a Vimercate, domenica all’alba. La famiglia minaccia una denuncia per la "permanenza di 7 ore senza bere negli ambulatori d’emergenza", ma l’ospedale respinge ogni addebito e anzi indica la vicenda "come il classico esempio di ricorso improprio al servizio d’urgenza di cui tanto si discute. Anche se noi curiamo tutti con il massimo dell’attenzione". Infermieri e medici non hanno preso il caso sotto gamba e alla ragazza hanno assegnato un codice giallo, una certa gravita "alla luce del quadro descritto". "E’ scattato tutto il protocollo previsto: esami del sangue, ecografia addominale e test di gravidanza. Occorre tempo per portare a termine l’iter, ed esattamente 120 minuti: dalle 5.44 ora di ingresso alle 7.45 momento in cui è comparso il ciclo. Nel frattempo avevamo proposto anti-dolorifici rifiutati dalla donna". Quanto alle presunta disattenzione adombrata dal padre che l’accompagnava, la direzione chiarisce che "in presenza di mal di pancia, per dirla volgarmente, non si può né bere, né mangiare per evitare eventuali gravi complicanze in attesa degli esiti degli accertamenti". "Dopo che tutto sembrava risolto per sicurezza abbiamo comunque preferito tenerla in osservazione cinque ore, alle 13.15 la ragazza, maggiorenne, è stata dimessa. In ragione della sua età, non era necessaria la presenza di un parente al pronto soccorso. Nessuno però ha vietato al papà di aspettarla fuori". Unica mancanza ammessa da Asst, "la carenza di assorbenti: avevamo solo mutande contenitive". Bar.Cal.