Abusi al centro estetico, gli studenti: "Cari prof non avete vigilato, ci pensiamo noi"

Studenti infuriati alla notizia che quattro loro compagne, impegnate in uno stage in un centro estetico, sono state costrette a fare sesso con il titolare

Un centro estetico

Un centro estetico

Monza, 16 luglio 2017 - Rabbia e sconcerto. Gli studenti sono i primi a essere infuriati all’indomani della notizia che quattro loro compagne, impegnate in uno stage in un centro estetico, sono rimaste vittima dell’uomo da cui dipendeva il loro futuro professionale. Un imprenditore, titolare di due centri estetici nel Vimercatese, sfruttando la propria posizione di potere costringeva le giovani, tutte di età fra i 15 e i 17 anni, a soddisfare le sue voglie e a sottoporsi alle sue molestie sessuali. "Metti la mano qui cara, fammi vedere come sei brava a fare un massaggio speciale... se sarai carina, ci penso io al tuo futuro, ti faccio promuovere e magari ti trovo un impiego in uno dei miei centri".

Frasi così sono finite nelle intercettazioni operate dagli agenti del Commissariato di polizia di Monza. E adesso per primi sono proprio gli studenti del Cordinamento Regionale dei Presidenti di Consulta per la Lombardia e della Consulta Provinciale Studentesca di Monza e Brianza a uscire allo scoperto. Si è rotto il patto fra mondo della scuola e mondo del lavoro. È stata tradita la loro fiducia. Chi doveva vigilare sulla loro formazione si è rivelato un orco e nessuno se ne è accorto, fino a quando il coraggio di una delle vittime ha consentito di gettare luce su tutta la squallida vicenda. Con il fondato timore - lo dicono gli inquirenti - che le vittime siano molte di più di quelle scovate al termine di quattro mesi di indagini delicatissime.

E gli studenti si affidano a un comunicato molto duro: "Rispetto alle notizie di enorme gravità apparse in questi giorni sugli organi di stampa in merito a quattro ragazze che sarebbero state oggetto di violenza durante lo stage che stavano facendo, nell’ambito del corso professionalizzante regionale a cui sono iscritte, esprimiamo la più ferma e unanime condanna, a nome di tutti gli Studenti della Regione Lombardia e della Provincia di Monza e della Brianza, di questo genere di atti e nei confronti di coloro che, in tal modo, ledono il patto di convivenza civile che sancisce di fatto il passaggio dalla primitiva condizione ferina alla società, informata ai valori di rispetto, eguaglianza, solidarietà e libertà". E rincarano: "Siamo pertanto consci che detti principi del nostro ordinamento Repubblicano devono essere sempre affermati con tenacia e passione; ciò è vieppiù vero nei luoghi di formazione, scuole o aziende". E promettono di vigilare, prima di tutto loro stessi, dove sono mancati forse gli adulti: "È d’uopo, altresì, precisare che le Consulte lombarde sono già da tempo al lavoro per intensificare e implementare ulteriori misure preventive di ogni genere di violenza, fra cui anche bullismo e cyberbullismo".

Anche le scuole professionali di estetica del territorio sono scioccate. E si affidano alle parole rilasciate dall’assessora regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Valentina Aprea: "Apprendiamo oggi con sconcerto le notizie che avrebbero coinvolto nostre studentesse in attività di apprendistato e di stage professionalizzanti. Se dovessero essere confermate, noi annunciamo la volontà di costituirci parte civile di fronte a reati che rappresentano un grave pregiudizio per la Regione sia come istituzione che come comunità".