Fallito per colpa dello Stato: firmate la mia petizione per salvare 500mila famiglie

L'imprenditore Sergio Bramini, consulente del vicepremier Di Maio, chiede il sostegno popolare per la sua battaglia

Sergio Bramini con Luigi Di Maio

Sergio Bramini con Luigi Di Maio

Monza, 27 luglio 2018 - "Abroghiamo l’articolo 560 (legge 119/2016 Boschi-Renzi): inutile, ingiusto ed efferato!". Inizia così la petizione lanciata nei giorni scorsi (https://goo.gl/HaUt9q) da Sergio Bramini, l’imprenditore fallito per colpa dello Stato, a cui è stata tolta la casa e che da oltre un mese sta lavorando come consulente del vicepremier Luigi Di Maio. Del resto, sia Di Maio sia Salvini poco prima di costituire il nuovo Governo avevano offerto all’imprenditore monzese, simbolo di tante persone rovinate come lui dai ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, di contribuire a scrivere una legge che portasse il suo nome e che impedisse che altri si ritrovassero nelle sue condizioni. Ecco allora la sua battaglia incarnarsi in questa petizione: "Al fine di rendere maggiormente appetibili le case di famiglia, in cui la presenza di bambini o anziani potrebbe allontanare qualche acquirente, il giudice dell’esecuzione può disporre sin da subito la liberazione dell’immobile pignorato ai sensi dell’art. 560 c.p.c. Questa norma, oltre ad essere incostituzionale, ha fortemente contribuito a deprimere il valore delle abitazioni, togliendo ogni difesa alle famiglie e, come risulta dai dati delle esecuzioni sulle case di famiglia del 2017, facendo guadagnare gli speculatori più di quanto recuperino le banche".

Una situaziione che potrebbe condurre nei prossimi mesi a una vera e propria emergenza sociale, come Bramini ha di recente illustrato anche a Bruxelles al Parlamento europeo: "Nei prossimi 6-8 mesi saranno sfrattate 500.000 famiglie, molte applicando questo crudele e iniquo articolo. Speculatori e gestori delle aste si dividono 60.000,00 euro per ogni casa di famiglia svenduta. La dignità delle persone e delle famiglie deve essere più importante della “roba”.

Una domanda sorge spontanea. Che bisogno c’era di questa petizione quando Bramini sta affrontando l’argomento direttamente nelle stanze del Ministero? "Sto incontrando parecchie difficoltà... Ci sono resistenze all’interno degli apparati statali. Le nuove norme sarebbero dovute entrare nel Decreto Dignità, ma non è stato possibile. Ora ci proviamo col Decreto Milleproroghe: è urgente, non si può perdere altro tempo, gli sfratti stanno accelerando, forse proprio per timore che possa cambiare qualcosa. E ho bisogno del sostegno popolare per portare avanti la mia battaglia". C’è chi se la prende con l’inesperienza sua e dei Cinque Stelle. E si chiede: cosa ci fa un fallito come consulente del Governo? "Prima di presentarla, faccio analizzare ogni mia proposta a uno stuolo di avvocati. Non sono un tecnico o un politico, ma ho provato sulla mia pelle cosa non funziona nella legge sui fallimenti".