Seregnopoli, decide il Tribunale del Riesame

Presentati i ricorsi sugli arresti per il secondo e terzo filone dell’inchiesta sull’urbanistica e la presunta corruzione alla Polstrada

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di Stefania Totaro

Nelle mani dei giudici della libertà milanesi le sorti delle ultime inchieste sul presunto malaffare a Seregno. Per la Seregnopoli bis sulla corruzione nell’urbanistica la Procura di Monza ha presentato ricorso in appello al Tribunale del Riesame di Milano per recuperare gli arresti chiesti in carcere per gli imprenditori e ai domiciliari per gli ex sindaci dopo che la gip del Tribunale monzese Pierangela Renda ha deciso di lasciare tutti a piede libero, ritenendo che non sussistano le esigenze cautelari e, in un caso, neanche i gravi indizi di colpevolezza.

Al Tribunale della libertà milanese si stanno invece rivolgendo molti degli indagati per la presunta corruzione nel distaccamento della polizia stradale seregnese, all’indomani della decisione della stessa giudice di confermare le misure cautelare in carcere o agli arresti domiciliari decisi nell’ordinanza a sua firma. Per l’inchiesta Seregnopoli bis sono l’ex sindaco di Seregno Giacinto Mariani e il suo successore Edoardo Mazza nuovamente sotto accusa a vario titolo per corruzione e abuso d’ufficio. Con loro appaiono anche gli imprenditori Giorgio Vendraminetto, 78 anni, Emilio Giussani, 67 anni e Maurizio Schiatti, che di anni ne ha 80 tondi. Il sesto indagato è il defunto Calogero Grisafi, il dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Seregno che si è tolto la vita nel 2015.

I pm Salvatore Bellomo (già titolare dell’inchiesta dei carabinieri di Desio e Milano che nel 2017 ha portato a 27 misure cautelari tra cui gli stessi Mazza e Mariani e l’imprenditore Antonino Lugarà, scarcerato proprio dal Tribunale del Riesame di Milano per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza) e Michela Versini hanno chiesto il carcere per Vendraminetto e Giussani e i domiciliari per Mariani, Mazza e Schiatti.

Nel mirino, per quanto riguarda Vendraminetto e Mazza, il centro poliambulatoriale di via Colzani e il Piano Par1 relativo a via Formenti. Per la gip sussistono i gravi indizi di colpevolezza, ma non le esigenze cautelari perchè Mazza è uscito dalla vita amministrativa e dall’attività politica dal 2017 e perchè sta già affrontando il processo al Tribunale di Monza per la prima inchiesta Seregnopoli. Mariani, Mazza, Giussani e Schiatti sono accusati per il Piano Pac1 tra le vie Milano, allo Stadio e Toselli, per cui la gip non ha rilevato dagli atti la configurabilità della corruzione, da approfondire con un processo. Per quanto riguarda l’inchiesta sulla stradale di Seregno, la gip non ha revocato o alleggerito le misure di custodia cautelare come chiesto dopo gli interrogatori di garanzia dall’agente della stradale Pasquale Ponticelli (detenuto dietro le sbarre insieme al collega Alessandro Masella), dall’avvocata Angela Mazzocchi e dall’imprenditore Salvatore Prestifilippo (che si trovano agli arresti domiciliari come l’ex comandante Gabriele Fersini e gli imprenditori Emilio Giussani e Ivano Santambrogio, mentre il collega Salvatore Rombolà ha l’obbligo di firma).

La giudice ha ritenuto ancora sussistenti le esigenze cautelari e i gravi indizi di colpevolezza. Stanno quindi scattando i ricorsi della difesa degli indagati al Tribunale del Riesame di Milano nel tentativo di scardinare il castello accusatorio.

L’alternativa è chiedere l’interrogatorio in Procura, visto che soltanto l’avvocata Mazzocchi e Prestifilippo hanno risposto alle domande della gip, mentre Fersini e Masella hanno rilasciato solo spontanee dichiarazioni.

Vicende che ancora una volta, come successo nel 2017 con la prima inchiesta su Seregnopoli che aveva portato agli arresti alcuni politici, amministratori e imprenditori, sta portando alla luce possibili trame di malaffare fra la politica e l’imprenditoria locale, e non solo.