Seregnopoli bis, gli imprenditori si difendono

La Procura chiede al Tribunale del Riesame di Milano di recuperare gli arresti negati dalla Gip per assenza dei gravi indizi di colpevolezza

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di Stefania Totaro

Dopo gli ex sindaci, tocca agli imprenditori battersi per ottenere dai giudici di restare indagati a piede libero. La Procura di Monza chiede al Tribunale del Riesame di Milano di recuperare gli arresti chiesti in carcere e ai domiciliari per i protagonisti dell’inchiesta sulla presunta Seregnopoli bis dell’urbanistica. Le udienze si sono già tenute per l’ex sindaco di Seregno Giacinto Mariani e il suo successore Edoardo Mazza, nuovamente sotto accusa a vario titolo per corruzione e abuso d’ufficio.

Ieri è stata la volta del primo imprenditore, Emilio Giussani, difeso dall’avvocato Alessandro D’Addea e seguiranno quelle di Giorgio Vendraminetto (i due imprenditori che la Procura voleva in carcere) e Maurizio Schiatti. I pm Salvatore Bellomo e Michela Versini hanno chiesto per tutti loro le misure cautelari ma la gip monzese non li ha concessi per assenza dei gravi indizi di colpevolezza. Colpa di una lettura “parcellizzata” degli atti, sostiene nel ricorso in appello la Procura, che comunque si dice pronta a mandare gli indagati a giudizio per i fatti contestati, con o senza limitazioni alla loro libertà. Nel mirino, per quanto riguarda Vendraminetto e Mazza, il centro poliambulatoriale di via Colzani e il Piano Par1 relativo a via Formenti. Per la gip sussistono i gravi indizi di colpevolezza, ma non le esigenze cautelari perché Mazza è uscita dall’attività politica dal 2017 e sta già affrontando il processo al Tribunale di Monza per la prima inchiesta Seregnopoli. Mariani, Mazza, Giussani e Schiatti sono accusati per il Piano Pac1 tra le vie Milano, allo Stadio e Toselli, per cui la gip non ha rilevato la configurabilità della corruzione. Ora i difensori degli indagati rilanciano contro la Procura sostenendo che alcuni atti dell’inchiesta sarebbero inutilizzabili perché ottenuti a scadenza del termine delle indagini preliminari già avvenuta. Quindi il ricorso voluto dai pm rischia addirittura di ritorcersi contro gli stessi rappresentanti della pubblica accusa. Probabilmente il Tribunale del Riesame risponderà alle richieste della Procura alla conclusione di tutte le discussioni. I giudici della libertà hanno già ‘demolito’ il castello accusatorio per il terzo filone dell’inchiesta riguardante Emilio Giussani e un altro imprenditore, accusati di corruzione insieme all’ex comandante della polizia stradale di Seregno Gabriele Fersini, tutti ‘liberati’ dagli arresti domiciliari per assenza di gravi indizi di colpevolezza.

Anche il costruttore Antonino Lugarà era stato scarcerato per il primo filone dell’inchiesta.