Inchiesta di Seregno: per il Riesame "non ci sono prove della corruzione"

Uscite le motivazioni dei giudici milanesi sulla scarcerazione per mancanza di gravi indizi di colpevolezza del costruttore Antonio Lugarà

L'imprenditore Antonio Lugarà (a destra) con l'ex consigliere comunale Stefano Gatti

L'imprenditore Antonio Lugarà (a destra) con l'ex consigliere comunale Stefano Gatti

Seregno, 27 Novembre 2017 - Un contesto politico istituzionale "poco cristallino" con una situazione "non certo tranquillizzante", in cui si sono registrati "episodi indubbiamente inquietanti per la protervia con la quale l’imprenditore Antonio Lugarà si pone nei confronti del sindaco Mazza e del consigliere Gatti", ma "le intercettazioni sono assolutamente ambigue e in sé compatibili con molteplici ipotesi alternative, ivi compresa la classica e generica promessa elettorale o post elettorale che in alcun modo comprovano la specifica pattuizione corruttiva".  

Così i giudici del Tribunale del Riesame di Milano motivano la loro decisione di scarcerare il costruttore di Seregno Antonio Lugarà annullando "per mancanza di gravi indizi di colpevolezza" l'ordinanza di custodia cautelare per corruzione del gip del Tribunale di Monza Pierangela Renda, che ha accolto le richieste dei pm monzesi Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo sulla presunta corruzione con voto di scambio all'ombra della 'ndrangheta sull'urbanistica al Comune di Seregno, coinvolgendo anche l'ex sindaco Edoardo Mazza e l'ex consigliere comunale Stefano Gatti (finiti ai domiciliari, poi revocati dal gip perchè non più sussistenti le esigenze di custodia cautelare in vista del processo).

Secondo i giudici del Riesame anche la frase intercettata “ogni promessa è debito” riferita da Mazza a Lugarà "potrebbe riferirsi a una promessa effettuata in epoca successiva elle elezioni o anche alla generica “promessa” in campagna elettorale, assolutamente all’ordine del giorno". Con un apporto elettorale che "non appare di entità e consistenza tale da costituire di per sé una utilità quantificabile come corrispettivo della corruzione" e "non appare necessariamente frutto di una pattuizione illecita tra le parti" in quanto "i ripetuti solleciti di Lugarà per la sua pratica edilizia non consentono mai di collegare l’approvazione del piano attuativo GAMM alle condotte di ausilio elettorale di per sé legittime".

Per quanto riguarda l'iter amministrativo della pratica edilizia "il collegio ne esamina punto per punto gli aspetti concludendo per la correttezza della procedura, con censure al consulente del pm - puntualizza inoltre l'avvocato Luca Ricci, difensore di Lugarà che ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame - e analizzando il complessivo tenore dei colloqui intervenuti tra i pubblici funzionari intercettati, sostiene che non emerge la consapevole adozione da parte degli interlocutori di atti illegittimi a favore di Lugarà né vi è alcun accenno al compimento, nell’interesse di Lugarà, di operazioni dirette ad assicurargli indebiti vantaggi economici".