Sequestrata cava abusiva di argilla

Cesano, erano già stati asportati 70mila metri cubi di materiale: al loro posto sarebbe sorta una discarica

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di Gabriele Bassani

Protetti dal muro di cinta dell’insediamento industriale dell’ex Snia, avevano avviato un’attività di estrazione illecita per procedere poi al riempimento creando di fatto una discarica abusiva. Con queste accuse, la Polizia provinciale ha denunciato due imprenditori locali, al termine di una lunga e complessa indagine delegata dalla Procura di Monza, che ha portato alla scoperta di una cava abusiva di terra e argilla, a ridosso del Parco delle Groane. Siamo in via Groane, in un insediamento indusriale diviso a lotti in cui operano diverse aziende, con ingresso comune filtrato da un servizio di guardianeria. Qui gli agenti della Polizia provinciale, partendo da una serie di segnalazioni dell’Ufficio tecnico comunale che nutriva qualche dubbio sulle documentazioni fornite, effettuando ricognizioni e perquisizioni hanno individuato l’ area di due ettari utilizzata come cava abusiva di terra e argilla, da cui erano stati illecitamente asportati 70.000 metri cubi del pregiato materiale da costruzione.

L’area, che fa parte dell’enorme complesso industriale dismesso dell’ex Snia, è destinata all’edificazione di siti commerciali-industriali e non è pertanto, inserita nel piano cave di Regione Lombardia. Secondo quanto ricostruito e documentato dalla Polizia provinciale, invece la società proprietaria aveva attivato una vera e propria cava abusiva, estraendo e vendendo una quantità notevole di argilla. Secondo gli accertamenti effettuati da Arpa Lombardia, che ha supportato le indagini, sarebbero stati esportati circa 70mila metri cubi di terreno. Non solo. E’ stato rilevato che, terminate le attività di escavazione abusiva, si stava procedendo a riempire le voragini create all’interno del sito con rifiuti inerti da demolizione, terre e rocce da scavo provenienti da altri cantieri e siti: la cava abusiva stava per essere trasformata in una discarica destinata alla ricezione di rifiuti illeciti.

Con l’intervento della Polizia Provinciale l’operaizione si è interrotta con la presenza di 8000 metri cubi di rifiuti già scaricati. Oltre al sequestro preventivo dell’area, sono stati denunciati due imprenditori. Diversi i reati contestati: attività abusiva di coltivazione di cava, deposito incontrollato di rifiuti e falso a vario titolo per l’autocertificazione del materiale venduto alle aziende per la fabbricazione di mattoni ed altri manufatti per l’edilizia.