Scuola, in Brianza massima allerta 1.300 tamponi e 40 casi

I dati della prima settimana, già una quindicina le classi in quarantena. Il sindacato: 4 giorni di attesa per il test, basta un raffreddore per bloccare tutto

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di Cristina Bertolini

Più di 1.300 tamponi in una settimana e 40 casi positivi. È il bilancio della scuola in una settimana. Dal 16 al 22 settembre sono state testate, presso i punti tampone dedicati, esattamente 1.301 persone tra studenti e personale scolastico docente e non docente, mentre 12 dei 40 positivi sono stati intercettati tra i contatti di caso.

I dati sono stati comunicati all’incontro organizzato da ATS Brianza e ASST Monza (in collaborazione con Comune di Monza e Distretto di Monza), rivolto a dirigenti scolastici, referenti Covid e rappresentanti dei genitori.

"Abbiamo deciso di organizzare questo incontro - spiega il direttore generale di ATS Brianza, Silvano Casazza - per rispondere alle tante domande che arrivano dal mondo scolastico e dalle persone, operatori, amministratori, famiglie, che sono coinvolte. Abbiamo provato a fornire tutte le indicazioni necessarie per garantire il proseguimento dei servizi educativi in sicurezza, rispondendo alle esigenze dei soggetti interessati. I dati documentano l’importanza di un’efficienza organizzativa del sistema sanitario sul territorio". Sono una quindicina le classi rimaste a casa dopo la rilevazione di casi positivi. Ma basta una voce di uno studente mandato a casa con febbre per scatenare il sospetto sull’intera scuola.

"Rispetto il lavoro dei medici e non sminuisco il rischio sanitario - commenta Claudio Persuati, segretario Flc Scuola - ma la realtà è che non vengono fatti i tamponi entro 48 ore dalla richiesta e quindi docenti e studenti perdono una settimana di scuola. In questo periodo autunnale è facile che i ragazzi, uscendo sudino e prendano un raffreddore o un mal di gola, subito interpretati come sintomi Covid. A questo punto scatta la malattia per gli insegnanti nella scuola dell’infanzia e primaria. Malattia anche per i genitori; intanto dopo 3 o 4 giorni dalla richiesta viene eseguito il tampone. Poi occorre una giornata perché il tampone venga processato, per poi scoprire che si trattava di un innocuo raffreddore". Come spiega il sindacalista, per i docenti della scuola superiore non scatta subito lo stato di malattia "ma per non sbagliare - continua - molti miei colleghi entrano in classe con la visiera". Per le materie come tecnologia e arte non è possibile stare perfettamente a distanza dagli studenti: vuoi una tavola da correggere e riconsegnare, una correzione in itinere ed è subito contatto ravvicinato. Quando poi la classe viene messa in quarantena, gli insegnanti vengono utilizzati per le supplenze e anche lì si allarga il cerchio dei contatti. La situazione è destinata a diventare ulteriormente confusa a ottobre, con l’accensione del riscaldamento che tradizionalmente, nella prima settimana, porta con sè raffreddori e mal di gola.