Monza, avvocati ancora in sciopero: processi a rischio

I legali incrociano le braccia. Possono slittare importanti udienze

TOGHE Gli avvocati penalisti manifestano contro la riforma  del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (Rossi)

TOGHE Gli avvocati penalisti manifestano contro la riforma del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (Rossi)

Monza, 17 dicembre 2018 - Gli avvocati penalisti incrociano le braccia per altri due giorni e «si salvano» soltanto i processi con imputati detenuti. Dopo avere scioperato per quattro giorni a novembre, le toghe della Camera penale di Monza tornano ad astenersi dalle udienze oggi e domani per protestare contro la riforma del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che vuole cancellare la prescrizione dei reati. L’obiettivo del Guardasigilli è quello di permettere una giustizia più incisiva.  Mentre per gli avvocati in questo modo i processi diventerebbero infiniti, sia per gli imputati, ma anche per le parti offese dei reati. 

Anche questo sciopero promette di provocare disagi alle udienze penali in calendario al Tribunale di Monza. Dovrebbe venire comunque celebrato perché l’imputato è detenuto in carcere il processo davanti alla Corte di Assise di Monza che riprende stamane nei confronti di Ivan Albiero, il 40enne del Comasco accusato della morte di Ghazal Azeddine, 27 anni, marocchino ucciso con una coltellata all’addome il 26 gennaio scorso allo svincolo di Briosco della provinciale Vallassina in direzione di Milano. Secondo il pm monzese Rosario Ferracane, l’omicidio è maturato per una questione di spaccio di droga. Il 40enne si sarebbe recato dal marocchino con il chiaro intento di prendere della cocaina senza pagarla, eliminando lo spacciatore. ù

Imputato detenuto anche per l’udienza preliminare fissata per domani a carico di Giorgio Truzzi, l’autista 57enne di Bovisio Masciago che lo scorso aprile ha seguito la compagna di una vita e madre dei suoi tre figli (che voleva separarsi perché il coniuge sperperava soldi al gioco) Valeria Bufo, 55 anni, mentre, in pausa pranzo dal lavoro, stava andando in auto a prendere la figlia più piccola in stazione e, quando la donna si è fermata in coda a Seveso, ha aperto la portiera e ha fatto fuoco con una pistola colpendola con 5 proiettili.

Rischia invece di saltare l’apputamento di oggi per la sentenza del processo con il rito abbreviato per 20 imputati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio nell’inchiesta della Procura di Monza che vede al centro l’imprenditore calabrese di 64 anni Giuseppe Malaspina, accusato di avere assoldato una “corte dei miracoli” di professionisti per salvare il suo impero immobiliare da 10 milioni di euro.  I pm monzesi Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo hanno chiesto condanne da 6 anni e mezzo a 8 mesi di reclusione. In forse anche la sentenza prevista invece per domani per la presunta corruzione nella vendita al Comune di Varedo di Villa Bagatti Valsecchi.