Scandalo protesi, verso la chiusura delle indagini

La Procura ha praticamente chiuso le indagini per le presunte mazzette sulle protesi ortopediche. E i chirurghi potrebbero chiedere di tornare in libertà

Una sala operatoria del policlinico

Una sala operatoria del policlinico

Monza, 9 gennaio 2018 - Verso la chiusura delle indagini della Procura per le presunte mazzette sulle protesi ortopediche. E i chirurghi potrebbero chiedere di tornare in libertà in attesa del processo.

La pm monzese Manuela Massenz è pronta a tirare le fila dell’inchiesta che lo scorso 14 settembre ha portato in carcere, su ordinanza di custodia cautelare del gip del Tribunale di Monza Federica Centonze, Claudio Manzini degli Istituti Clinici Zucchi e Marco Valadè e Fabio Bestetti del Policlinico di Monza nonché il responsabile commerciale e il promoter per la Lombardia dell’azienda di protesi Ceraver, Denis Panico e Marco Camnasio. La scelta della Procura di giungere alla chiusura delle indagini preliminari e non al giudizio immediato deriva dal fatto che a metà dicembre è scaduto il termine di custodia cautelare di tre mesi nei confronti degli indagati per l’accusa di associazione per delinquere e quindi i chirurghi restano ai domiciliari per la sola accusa di corruzione e solo per questa potrebbe essere chiesto di mandarli direttamente a processo. Dopo l’avviso di chiusura dell’inchiesta è facile prevedere che i chirurghi avanzino richiesta di revoca dei domiciliari perché non più sussistenti le esigenze cautelari.

Capitolo a parte resta invece il filone su presunte lesioni personali a pazienti a causa dell’impianto delle protesi Ceraver su cui sta indagando la Guardia di Finanza a cui non è escluso possano aggiungersi altri filoni di indagine, soprattutto sulla base delle dichiarazioni che sarebbero state fatte alla Procura dal rappresentante Marco Camnasio sul sistema per aggirare i limiti imposti nella scelta delle protesi nelle strutture sanitarie private convenzionate, che potrebbero portare a nuove contestazioni. A un mese dagli arresti tutti i chirurghi (sospesi dagli incarichi professionali) avevano ottenuto la scarcerazione. Il primato per la più lunga permanenza dietro le sbarre è del luminare dell’ortopedia Claudio Manzini che soltanto dopo oltre tre settimane di carcere, ha chiesto di farsi sentire dalla pm. Ci sono invece voluti due interrogatori con Manuela Massenz a Marco Valadè prima di presentare la richiesta di scarcerazione e riuscire a tornare a casa. Il primo a ottenere i domiciliari, invece, era stato il chirurgo ortopedico del Policlinico, Fabio Bestetti (dall’agosto 2015 passato al GB Mangioni Hospital di Lecco), seguito dal responsabile commerciale della Ceraver Panico e da Camnasio.