San Rocco come in un film Storia di un’integrazione

Dal video partecipativo alla passeggiata esplorativa del prossimo 2 marzo. Progetto di rigenerazione urbana con Auser e Centro aggregazione giovanile

Migration

MONZA

di Cristina Bertolini

’Fuori dai binari - Visioni Metropolitane tra Tripoli e Mogadiscio’ è il progetto di rigenerazione urbana per il quartiere di San Rocco promosso dalle associazioni Liberi svincoli e Africa Bougou, vincitrici del bando Creative living lab. Prende il nome da due vie, Tripoli e Mogadiscio, icona di integrazione nel corso dei decenni. Il progetto stimola la collaborazione tra i ragazzi che frequentano il Centro aggregazione giovanile (Cag) e gli anziani soci di Auser, per arrivare a un’indagine sul quartiere e i suoi bisogni che porti a workshop e laboratori partecipativi.

La prima azione, come spiega Giorgia Mosca, presidente di Liberi svincoli, è stata la formazione (a cura di Cristina Maurelli e Carlo Concina) degli educatori de La Bussola, il Cag del quartiere, gestito dalla cooperativa Meta, per imparare a realizzare video partecipativi (con il metodo Pv Code) da usare con i ragazzi.

Per collaudare le nuove competenze, gli educatori hanno realizzato ’Monza San Rocco solo andata’, un video di circa 6 minuti in cui chi vive il quartiere ne delinea passato, presente e futuro. Fabio Clarotto, coordinatore della Consulta sottolinea come la presenza di ferrovia, Lambro e tangenziale stacchino il quartiere dalla città, facendone una piccola città nella città, con le sue caratteristiche (spazi verdi, biblioteca, agenzie educative per ragazzi, il centro civico con corsi di ogni tipo). Angela Confalonieri, nata a San Rocco ne testimonia il cambiamento da quartiere agricolo e operaio, allo sviluppo edilizio degli anni ‘60 per la fortissima immigrazione dalle regioni meridionali, assorbita dalla rete di solidarietà e integrazione, nella salvaguardia dell’identità.

Paola Tedesco, trasferita da Napoli a Monza racconta la sua esperienza, mentre Ebram Sarwat, pizzaiolo egiziano, detto Mario, testimonia la nuova ondata migratoria. Racconta in un buon italiano l’impatto positivo con scuole e realtà aggregative dei figli e poi la sua clientela fatta soprattutto di calabresi, napoletani e siciliani: "Non mi sento straniero - dice - io sono qui dal 2009 e mi trovo bene". Il video tende a sfatare il marchio strisciante di zona malfamata, a causa di alcuni pregiudicati che abitavano le case popolari, ormai superata, come dice Davide Russo, educatore de La Bussola, da una sorta di "orgoglio sanrocchino".

il progetto entra nel vivo: giovani della Bussola e anziani di Auser, mercoledì 2 marzo alle 16, faranno una Passeggiata esplorativa nel quartiere insieme alle persone che lo vivono ogni giorno, riprese da educatori e giovani videomaker neoformati. Obiettivo: individuare proposte concrete per riqualificare gli spazi tramite laboratori e workshop, costruiti dai giovane e anziani insieme, sotto la supervisione degli architetti di Africa Bogou Elena Berri e Chiara Bugliotta.