Saldo in negativo per il lavoro all’ex Ibm

Gigi Redaelli, l’ex segretario della Fim-Cisl: "Arrivano in 200 e se ne vanno in 500, a questo punto è necessario fare i conti della serva"

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di Barbara Caderola

"Arrivano in 200 e se ne vanno in 500. Saldo negativo per il lavoro all’ex Ibm: meno 300 posti". Bilancio "lacrime e sangue per l’occupazione" calcolato dalla minoranza e da Gigi Redaelli, l’ex segretario della Fim-Cisl si è battuto anni per la reindustrializzazione del maxi-sito affacciato sulla Tangenziale e ancora oggi assiste i lavoratori vittime del crac Bartolini. Dopo il fallimento dei progetti di rinascita il grande vecchio del sindacato si ritrova "a fare i conti della serva". "Più necessari che mai" anche per Mariasole Mascia, capogruppo di Azione in Consiglio, che ha sviscerato la pratica passata in aula a inizio agosto.

"Progroup Ag, il produttore tedesco di cartone ondulato e le sue società collegate si porteranno in dote 200 lavoratori (rispettivamente 140 e 60), ma è evidente che perderemo la decina di società eredi del polo tecnologico, ormai chiuso: 500 persone. Operano in spazi interessati dalla ristrutturazione, che sulla carta si chiuderà nel 2024. E’ logico ipotizzare che nel frattempo non potranno smettere di lavorare: traslocheranno".

Mascia chiarisce un altro punto sulla palazzina degli uffici che nel seminterrato ospita il data center di Fastweb, "su questo edificio, escluso dalla nuova ricostruzione, siamo al preliminare. E’ chiaro che i tempi della compravendita, passaggi obbligati e non certo brevi, rendano i timori più che concreti. Senza contare i possibili intoppi di un percorso ancora tutto da definire. Siamo di fronte a un’operazione frettolosa che, purtroppo per la città, ha il sapore di una bandierina elettorale".

Scuote la testa anche Redaelli che ricorda l’ultimo "serio tentativo di restituire l’area alla produzione, nel 2015, sulla scia di uno degli attuali occupanti in odor di sfratto: Sm-Optics, pezzo di pregio del gruppo Siae microelettronica di Cologno. L’impresa si era trasferita in Brianza con l’idea di ritornare a casa in poco tempo e invece è ancora qui, sei anni fa sindacati e Comune, giunta Paolo Brambilla, trattando con Alcatel (che esternalizzò a Sm i ponti radio) provarono a portare anche la società-madre in via Lecco. Sarebbero stati 1.500 dipendenti, un colpo che avrebbe riaperto la strada a ben altri scenari di sviluppo". Il progetto sfumò "Cologno, giustamente dal suo punto di vista, mise altri spazi a disposizione della proprietà".