Rsa alle prese con le stanze vuote: nuovi anziani da ospitare cercansi

L ’Arca ha 20 posti liberi e ricavi al -30%. Una campagna promozionale cercherà di attirare utenti

Anziani in una Rsa

Anziani in una Rsa

Desio (Monza Brianza) - Fino a qualche anno fa, il rischio per le famiglie era quello di lunghe liste d’attesa per trovare posto nelle Rsa della città o della zona. Adesso invece per i gestori il rischio è fare i conti (soprattutto economici) con le stanze vuote. Ecco perché la Rsa L’Arca, nota come Pio e Ninetta Gavazzi, ha pensato a una sorta di campagna promozionale per attirare nuovi ospiti.

Una campagna che verrà avviata nelle prossime settimane, ampliando il raggio di azione fino a Milano e l’hinterland, cercando di mettere in luce tutti i punti di forza della struttura di via Canonico Villa, nota per essere moderna e al passo con i tempi. "Un’azienda di servizi alla persona che offre assistenza specializzata per 120 ospiti, parzialmente e non autosufficienti, in ambienti accoglienti e con arredo familiare – è spiegato dai vertici della Rsa, in questo momento è capitanata dalla direttrice Mirella Mariani in attesa della nomina del nuovo cda e del presidente – dispone inoltre di un nucleo per le persone con demenza e disturbi comportamentali". Nel materiale della campagna vengono messi in evidenza il parco attrezzato, il servizio attivo 24 ore su 24 e la grande attenzione a tutte le norme, a partire da quelle anti-Covid, visto che anche la struttura desiana ne è stata colpita.

Sono circa 20 i posti liberi da riempire per far quadrare i conti. Di recente infatti la direttrice e il presidente uscente Gian Battista Aceti sono stati due volte accolti in Regione, dove hanno esposto la situazione critica (un calo degli introiti del 30%, maggiori costi per almeno 50mila euro) e chiesto dei sostegni. Al momento senza riscontri. Nelle ultime riunioni interne è stata valutata l’ipotesi di aumento delle rette, attualmente intorno ai 2.300 euro al mese: ma alla fine la decisione è stata quella di tenerle bloccate, vista anche la situazione generale. Allo studio quindi altri servizi attivare. Anche se solo il riempimento totale dei posti letto potrebbe ridare pienamente ossigeno."Fino al 2019 avevamo un tasso di occupazione del 99,8% – ha spiegato in Regione la direttrice Mariani – quindi tutti i 120 posti erano pieni. Adesso c’è un intero nucleo vuoto. Le famiglie hanno paura a inserire i propri cari nelle strutture, soprattutto per le difficoltà di relazione. Speriamo che, finita la terza ondata, nel giro di qualche mese si possa tornare alla normalità. Altrimenti dovremo trovare delle soluzioni alternative".