Rispunta l’affresco bombardato: rubato nel ’44, restituito a Pisa

L'opera di Benozzo Gozzoli comprata da un lombardo in Inghilterra. Come ci sia arrivata è un mistero

L'affresco trafugato nel 1944 a Pisa

L'affresco trafugato nel 1944 a Pisa

Monza- Seconda Guerra Mondiale, dopo l’Armistizio dell’8 settembre l’Italia è spaccata in due. Il fronte dei combattimenti, dopo qualche mese di incertezzza, raggiunge Pisa, investita da una trentina di bombardamenti. Il 27 luglio 1944, l’aviazione americana bombarda la città con particolare ferocia. Il Camposanto Monumentale, in piazza dei Miracoli, a due passi dalla torre pendente subisce danni pesantissimi. Le sue capriate di legno bruciano fondendo le lastre di piombo. Per tutta la notte pezzi del tetto rivinano sulle opere d’arte sottostanti, mentre il fuoco si mangia molti degli affreschi.

Ed è proprio nel corso dei lavori di ristrutturazione nei giorni successivi che scompare uno dei tesori che lì erano custoditi: gli affreschi realizzati dall’artista rinascimentale Benozzo Gozzoli (1421-1497). Ed è proprio uno strappo di questi affreschi che è stato appena recuperato dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio culturale di Monza, gli “Indiana Jones” dell’arte, specializzati nel ritrovare opere d’arte e manufatti archeologici trafugati. Emozionante poterli rivedere: uno degli elementi pittorici che facevano parte delle decorazioni presenti nel corridoio affrescato del Camposanto Monumentale di Pisa, la cui figura centrale proviene dal ciclo pittorico “Storia sogno e nozze di Giacobbe”; il volto a destra dal ciclo pittorico “Storie di Esaù e Giacobbe”; quello a sinistra dall’affresco “Innocenza di Giuseppe”. Si è dunque scoperto che uno degli strappi di affresco considerati perduti esisteva ancora ed era in realtà stato asportato illecitamente nel 1944.

Quando un anno fa i carabinieri di Monza hanno cominciato a occuparsene, si sono immediatamente accorti che non era finito sul mercato nero dell’arte, o almeno non era stato mai catalogato in quella che è considerata la Bibbia del Nucleo Tpc: la speciale “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo. Era finito invece fra le opere sequestrate nel corso di un’altra inchiesta, quella che aveva condotto a ritrovare altri strappi di affresco trafugati da Pompei. L’affresco che si erano trovati in mano i militari di Monza era stato acquistato – legalmente – da un cittadino lombardo da un antiquario inglese negli anni Novanta. Bisognava capire da dove provenisse. Individuata l’area della probabile provenienza, si è rivelata fondamentale la collaborazione con i funzionari archeologi della Direzione dell’ente pisano e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno: è stato possibile così stabilire che gli affreschi provenivano dal Camposanto. Giustizia poetica, direbbero i romantici: lo stesso camposanto dove, da maggio 2000, è sepolto, per sua espressa volontà, Deane Keller (14 dicembre 1901 – 12 aprile 1992), capitano della V Armata statunitense, pittore, docente universitario, ma soprattutto uno dei Monuments Men, lo speciale corpo che il 2 settembre 1944 era entrato a Pisa con il compito di censire i danni subiti da monumenti e opere d’arte.

Ieri il maggiore Francesco Provenza, comandante del Nucleo Tpc di Monza dei carabinieri, è andato a consegnare ufficialmente lo strappo di affresco nelle mani di Pierfrancesco Pacini, presidente dell’Opera della Primaziale Pisana. Come ricordato con orgoglio dal comandante, "il recupero del manufatto rinascimentale si inserisce nella stessa attività investigativa che il 18 maggio 2021, a Castellammare di Stabia, aveva consentito la restituzione di tre strappi di affresco sottratti al Parco Archeologico di Pompei". Il bene, la cui autenticità e provenienza sono state appurate grazie alla collaborazione dei funzionari citati, è stato restituito all’Opera della Primaziale Pisana su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano che ha diretto le indagini.