"Ripagati dalle sofferenze" I fuochi d’artificio della curva

L’avvocato Raffaele Della Valle: "Da oggi ripudio la Juve, sarò solo biancorosso". Il club Angelo Scotti "Abbiamo trasmesso il nostro motto: non mollare mai"

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di Dario Crippa

Festa allo stadio a Pisa e tutta la notte a Monza, cortei, piazza Duomo invasa. La voce il mattino sussura, più che scandire, ma abbastanza da farsi intendere. Fausto Marchetti è il leader riconosciuto di Curva Davide Pieri e S.A.B., Sempre al Bar. Zoccolo duro della tifoseria biancorossa. "Che dire? La cosa che mi è passata di più per la testa al triplice fischio sono state le immagini di tutte le difficoltà passate e dei viaggi che abbiamo fatto tutte le domeniche in lungo e in largo per l’Italia, delle centinaia di chilometri percorsi in questi anni. E questo rappresenta la nostra forza, che ci ha portato fino a qui. In 30 anni il momento in curva più difficile è stato forse il secondo fallimento, nel 2015 (con la fuga del presidente Anthony Emery Armstrong, ndr), quando si girava per l’Italia derisi anche dai bambini, quasi dovessimo vergognarci di questo amore: anche come ultras ci sentivamo come dei paria...". E adesso? "Quest’anno abbiamo creduto fin da subito a questo traguardo, ci siamo sempre stati, scegliendo di non contestare mai la squadra neppure nei momenti di difficoltà... in fondo lo avevamo fatto anche l’anno prima quando qualche giocatore era stato sorprso al casinò prima di una partita importante. Contestare non sarebbe servito a nuila. Questa squadra aveva bisogno di conoscersi, doveva acquisire senso di appartenenza e di identità. Ora siamo tutti pronti, anche noi tifosi, per la serie A".

Dopo il ritorno a Monza, alle 5 del mattino, alcuni dei 400 ultrà della Curva sono andati a festeggiate per qualche minuto sotto il Palasport, accanto all’U-Power Stadium, i fuochi d’artificio. "Lo slogan che avevamo lanciato, “Destinazione ParAdiso”, ispirato a una canzone di Gianluca Grignani, è stato adottato dalla società ed è finito su sciarpe e magliette: ne siamo felici".

L’avvocato Raffaele Della Valle, 82 anni, ne approfitta per fare un annuncio: "Da oggi abbandono per sempre la mia seconda fede, quella nella Juve. Ora in A per me ci sarà solo il Monza... lo aspettavo da 70 anni. Quando l’altra sera il Pisa ha preso la traversa mancando il terzo gol, che forse ci avrebbe uccis,i ho capito: era un segno divino, era il nostro anno". Maurizio Silva presiede uno dei Club presenti domenica a Pisa, quello intitolato ad Angelo Scotti, storico e amato tifoso del Monza, mancato un paio di anni fa: "È stata una partita straordinaria, sembrava la sceneggiastura di un film di Hitchcok, che ci ha riconciliati anche con l’ingiusta a sconfitta patita 15 anni fa in un altro spareggio a Pisa. Ho 56 anni, attendevo da 40 questo momento. Una dedica la voglio fare a noi tifosi: credo che abbiamo trasmesso anche ai giocatori il nostro credo: “non mollare mai”. Perché solo questo ci ha consentito di resistere in tutte le burrasche patite fin qui". Gigi Tieri del Monza Club San Fruttuoso aspettava da 51 anni questo momento: "Noi del Monza come dice Pozzetto non siamo mai stati in serie A... ma nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio, chi è capace di soffrire alla fine un giorno vincerà. Sullo stemma abbiamo la Corona Ferrea e la spada... basta combattere fino alla fine per ottenere la corona. Non esiste sconfitta nel cuore di chi lotta: ci credevo".