Ricerca, via libera al super San Gerardo

Migration

di Marco Galvani

Trasformare l’ospedale San Gerardo in Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico, c’è il primo via libera della Regione. Ora l’ultimo parere spetta al ministero della Salute al quale ieri è stata inviata la decisione della Giunta regionale che approva la richiesta avanzata dall’Asst di Monza di riconoscimento in Irccs nell’ambito delle Tecnologie biomediche avanzate in medicina di precisione.

Si tratta di "un tassello fondamentale – l’impegno di Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia –. Abbiamo esaminato la documentazione elaborata e presentata dall’Asst ritenendola compatibile e coerente con la programmazione sanitaria regionale a seguito degli approfondimenti condotti anche con l’Ats della Brianza".

A questo punto il Ministero nominerà una commissione di valutazione che, entro trenta giorni, dovrà esprimere il proprio parere motivato sulla sussistenza dei requisiti di legge e sulla completezza della documentazione presentata. In ogni caso la commissione può pianificare dei sopralluoghi – le cosiddette site-visit – per verificare sul campo la richiesta. Successivamente, entro dieci giorni dal ricevimento del parere del pool di esperti, il Ministero chiederà il parere alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, per poi procedere – in caso di esito positivo - al decreto di riconoscimento in Irccs.

"La trasformazione del San Gerardo in Irccs – continua Gallera - è un valore aggiunto per le attività di cura dell’ospedale e non toglierà nulla alle specialità e alle aree cliniche già presenti, che continueranno a erogare servizi e prestazioni per i cittadini". Anzi, come ha sempre premesso il direttore dell’Asst di Monza, Mario Alparone, "con maggiori finanziamenti aumenterà il livello della ricerca che, a sua volta, permetterà di arrivare a cure migliori e più innovative che possono essere messe a disposizione dei pazienti non da tutti gli ospedali. Qui la ricerca appoggia su realtà concrete, non è solo ricerca sulla carta: abbiamo una componente di medicina nucleare di altissimo livello, abbiamo una cell factory (il laboratorio Verri) che ci dà la possibilità di produrre farmaci che vengono anche venduti ad altre strutture. E poi il centro di ricerca di Fase 1, uno dei pochissimi centri a livello nazionale che l’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato per poter sperimentare terapie innovative su malattie a cui la medicina tradizionale non sa dare risposta".

Il progetto scientifico del riconoscimento in Irccs porta la firma dell’Asst e della Fondazione Matilde Tettamanti De Marchi che – insieme con l’università Bicocca - hanno sviluppato competenze cliniche e di ricerca orientate alla medicina di precisione nei settori delle malattie rare e dell’oncologia, e rappresentano aree di eccellenza tecnologica nelle bio-imaging e nelle terapie innovative genetiche e cellulari.

L’obiettivo è "rendere il San Gerardo un centro sempre più all’avanguardia nella ricerca medico-scientifica – le parole del vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala -. Mai come in questi momenti diventa indispensabile sostenere il mondo dei ricercatori in una struttura già collaudata e riconosciuta a livello nazionale come il San Gerardo".Oggi la Asst di Monza avvia 409 sperimentazioni cliniche all’anno, la Fondazione Mbbm 160. L’Asst riesce ad attrarre 7 milioni di finanziamenti, la Fondazione altri 8,8, l’università 6,1 milioni. Si tratta di 22 milioni sul triennio. Con la trasformazione in Irccs potrebbero crescere del 30-40%.

Ma la decisione della Giunta è andata indigesta all’opposizione in Regione. Perché "passaggi così importanti avvengono senza che i contenuti siano stati partecipati e condivisi con il territorio, e questo non va bene", lamenta il consigliere regionale del Pd, Gigi Ponti. "Nel più totale silenzio sono passate anche le richieste di conoscere gli indirizzi e il contenuto del lavoro della cabina di regia che starebbe lavorando al riassetto degli ospedali di Monza, Desio, Vimercate e Carate". Silenzi "dell’assessorato al Welfare e anche dell’Ats Brianza. Speriamo di non doverci trovare di fronte al fatto compiuto. Sarebbe un’occasione persa in tutti i sensi".