Covid: "Riaprite ospedali e Rsa". La protesta al San Gerardo di Monza

Mirko Damasco, presidente dell’associazione Salvagente Italia, è furente: "Mia nonna è ricoverata da 10 giorni e ha preso il Covid in corsia"

Mirko Damasco davanti all’ingresso dell’ospedale San Gerardo di Monza

Mirko Damasco davanti all’ingresso dell’ospedale San Gerardo di Monza

Monza - Non vede sua nonna, 85 anni, da 10 giorni. Ricoverata all’ospedale San Gerardo di Monza, la donna deve sottoporsi a un delicato intervento all’addome, ma col dilagare dei contagi le visite ai parenti sono state bloccate. Eppure, non è per un caso personale che Mirko Damasco, presidente dell’associazione Salvagente Italia, ha deciso di alzare il tiro in una battaglia che conduce da mesi e che lo aveva portato la scorsa estate anche a fare uno sciopero della fame per 20 giorni.

Da giovedì mattina, l’attivista impegnato nella tutela della sicurezza dei più deboli ha deciso di manifestare tutta la sua rabbia davanti all’ospedale San Gerardo. La ragione è sempre la stessa: protestare contro la chiusura ai parenti di ospedali, case di riposo, sale parto. "In questo momento sta accadendo un po’ in tutta Italia. E in Brianza, Rsa e ospedali hanno pressoché chiuso alle visite nella loro quasi totalità". 

Le sue proteste, a livello nazionale avevano coinvolto anche diversi parlamentari, avevano portato a una circolare, che sta stabiliva come sia "un obbligo non più discrezionale dei direttori sanitari aprire le strutture sanitarie alle visite dei parenti". "Eppure si è tornato a chiudere". 

Ma c’è la pandemia… "Ed è sbagliato. Ci sono fior di studi scientifici che dimostrano che consentire le relazioni sociali e le visite dei famigliari ai malati aumenta le loro possibilità di guarigione. Mentre privarli di questi momenti non fa che peggiorare la loro situazione. Insomma, se si tratta di una cura, non puoi impedire che sia somministrata con la scusa del Coronavirus…". 

L’idea sarebbe però quella di contenere i contagi. "Un falso obiettivo, nonostante le chiusure i contagi nelle Rsa e strutture sanitarie proseguono. Mia nonna, dopo 10 giorni in cui non vedeva nessuno, è risultata positiva al Covid e questo ha portato a dover sospendere l’intervento inizialmente previsto per ieri. E qui si aprirebbe un altro capitolo: mia nonna dopo l’intervento avrebbe avuto bisogno di un passaggio in terapia intensiva, ma il reparto è intasato di pazienti con il Covid. E sono per la stragrande maggioranza No Vax: questa è un’altra delle conseguenze del loro comportamento". 

Come proseguirà la vostra campagna? "Dovremmo organizzarci a turno per venire a manifestare davanti all’ospedale. E stiamo pensando a un convegno da organizzare prossimamente per dimostrare ai responsabili delle strutture sanitarie che un altro comportamento è possibile. Ci sono ospedali, a Pisa, a Torino e a Brescia, che stanno tenendo aperto, con tutte le precauzioni del caso, alle visite dei parenti. E non hanno avuto problemi di un aumento dei contagi. Basta seguire i giusti protocolli: gli ospedali possono e devono essere aperti, noi intendiamo illustrare come si può fare".