Resta aperta la partita giudiziaria e l’ipotesi di un “drappello“ a Brescia

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Resta aperta la partita giudiziaria per la Gianetti: il Tribunale di Monza, dopo le due udienze del 17 agosto e del 9 settembre scorso, concluse con rinvii, dovrà finalmente prendere una decisione sul ricorso presentato dai sindacati contro la procedura adottata dall’azienda per i licenziamenti. L’appuntamento è per il prossimo 5 ottobre. "E’ una sentenza che non aspettiamo solo noi, ma che aspettano migliaia di lavoratori in tutta Italia, perché se passa la linea adottata dalla Gianetti, di poter licenziare con un messaggio, saltando tutti i passaggi previsti dalla legge, allora è finita", hanno ribadito ieri i rappresentanti sindacali. In caso di vittoria sindacale, tutta la procedura verrebbe azzerata e si "guadagnerebbero" altri 75 giorni per ritentare una trattativa, su basi diverse o quantomeno con le "spalle coperte".

Viceversa, i lavoratori sarebbero di fatto senza alcun tipo di protezione se non la Naspi. Intanto però in queste ore potrebbero partire le lettere di licenziamento che, applicando i criteri di legge, potrebbero riguardare non solo i lavoratori di Ceriano Laghetto ma anche quelli di Carpenedolo (Bs) altro sito produttivo, acquisito da Gianetti solo nel 2018. Nei giorni scorsi su quel sito non sono stati confermati 30 lavoratori interinali e attualmente l’azienda risulta sotto organico. C’è l’ipotesi non remota che l’azienda limiti i licenziamenti ad un numero inferiore ai 152 dipendenti dello stabilimento di Ceriano, per chiedere ad una trentina di loro di trasferirsi in provincia di Brescia. Uno scenario che aprirebbe ulteriori tensioni.

Ga.Bass.