Raffica di bocciature Basta “condoni” per Covid

Per i ragazzi del primo anno di superiori si profila un brusco ritorno alla normalità dopo un anno di Dad e un altro di didattica in presenza a intermittenza

Migration

di Cristina Bertolini

Raffica di bocciature all’orizzonte dopo due anni di “condoni“ per Covid. Stanno uscendo in questi giorni, nelle scuole superiori, i risultati degli scrutini delle classi intermedie. Le statistiche non sono ancora disponibili per tutti, ma già si intravede un brusco ritorno alla normalità pre Covid. Per i ragazzi del primo anno della scuola superiore si sta profilando una vera e propria scure di bocciature a cui non erano abituati. "La prima impressione – dice Petronilla Ieracitano, dirigente dell’Hensemberger – è che siano arrivati in prima superiore tanti ragazzi con una preprazione carente dalla scuola media, a causa del Covid. I primini di quest’anno hanno frequentato il primo anno di media, la seconda è stata tutta in didattica a distanza e poi il terzo anno in presenza a intermittenza. In più molti di loro non hanno seguito il consiglio orientativo e quindi arrivano all’istituto tecnico con competenze scarse".

Conferma l’impressione anche il collega Guido Garlati, dirigente del Mosè Bianchi: "Sul triennio, considerando sia indirizi tecnici che liceo, si profila un 25% tra bocciati e ritirati in corso d’anno. In particolare sul liceo si riscontrano circa 11% di non ammessi tra la prima e la seconda che diventano il 5% l’anno dopo. Mentre negli indirizzi tecnici il 18% di bocciati nei primi tre anni, per calare fra le classi del 4’ anno".

Niente più capannelli davanti ai tabelloni per vedere i voti di amici e conoscenti. La modalità di inviare i risultati sul registro elettronico entrata negli anni scorsi per evitare assembramenti, resta confermata, come caldeggiano le indicazioni ministeriali salvo sostenere che sarebbe indice di trasparenza anche la pubblicazione tradizionale nell’atrio della scuola. Ma i presidi lamentano una crescente litigiosità dei genitori confrontando i voti dei figli davanti ai tabelloni e allora hanno optato per il registro elettronico tout court. "Siamo ritornati ai parametri pre Covid - osserva Aldo Melzi, dirigente dell’istituto Mapelli - quest’anno non ci sono più distinguo, ma si guarda alle competenze". Fino al 2019 la scuola arrivava anche al 30 per cento di bocciati, percentuale superiore anche ai licei considerati più severi e quest’anno si riprende la tendenza. Tradizionalmente si danno fino a tre debiti e si respinge con 4. In alcuni istituti con 3 materie, con 5 entra in gioco il consiglio di classe che spesso ne condona una, per rendere più agevole il recupero.

Al Mosè Bianchi e il liceo artistico Modigliani di Giussano, in via sperimentale, i corsi di recupero cominciano in questi giorni, per arrivare, alle prove di riparazione entro metà luglio (l’11 per il Mosè Bianchi), per evitare che a settembre nei consigli di classe, insegnanti precari, pensionati o trasferiti vengano sostituiti da colleghi che non conoscono i ragazzi. Tale modalità era già in uso all’Ipsia Ferrari di Monza e al Floriani di Vimercate.