"Qui sono nati amori, abbiamo condiviso gioie e dolori"

Claudia è stata testimone di nozze di uno dei manovratori e ha celebrato il matrimonio di un altro

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Il tram della Comasina, che gli stessi utenti già dieci anni fa, ai tempi della prima chiusura, decisero di chiamare “Frecciarancio“, realizzando magliette celebrative, adesivi e volontatini “griffati“, è qualcosa di più di un’anonima linea di trasporto. Quasi nessuno lo chiama col suo nome tecnico, ovvero linea 179. Per tutti è il Milano-Mombello, ricordarndo così il quartiere di Limbiate che ospita il vecchio manicomio, alle cui mura si affiancano le carrozze del tram al capolinea nord. Dentro quei vagoni sferraglianti che sanno di nebbia e di Milano anni Settanta, si è sviluppato un microcosmo di varia umanità.

Claudia Tassan prende il tram della Comasina dal 2001. "Vivevo a Milano, poi mi sono trasferita a Limbiate e ho sempre trovato questo mezzo comodissimo. Dal 2010 ho cambiato lavoro, vado tutti i giorni a Cusago, non ho la patente, parto alle 6 da Limbiate col Frecciarancio, poi cambio due linee di metropolitana e prendo un autobus, ci metto un’ora e 50 minuti ad andare e altrettanto a tornare. Questo non è solo un mezzo di trasporto, ma negli anni è diventato una famiglia viaggiante. Ci conosciamo tutti, su questi vagoni sono nate amicizie, amori. Abbiamo condiviso gioie e dolori. Io sono stata testimone di nozze di uno dei manovratori e addirittura ho celebrato il matrimonio di un altro. Abbiamo pianto insieme la scomparsa di amici con cui abbiamo viaggiato per molto tempo. Qui c’è tanta umanità, è un servizio prezioso". Ga.Bass.