"Quei ragazzi per noi sono come nipoti"

Nel centro diurno e in casa di riposo sono dedicati ad animare la solitudine degli anziani ospiti anche solo ascoltando le loro storie

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Conoscere un piccolo mondo antico attraverso la memoria degli anziani. È un valore aggiunto del Servizio civile con la cooperativa Rembrant di Monza. Servono tre volontari per i centri diurni e residenziali. Tre ragazzi con la missione di aiutare a migliorare la qualità della vita delle persone più anziane, della autonomia e, nei casi più gravi, della convivenza con la malattia. Come? Con attività di gruppo e ricreative. Per farli uscire dalla solitudine.

"In una struttura socio-sanitaria – spiega il direttore generale della cooperativa Rembrandt Dario Angaroni – non ha mansioni mediche o infermieristiche o da operatore socio-sanitario, ma è di sostegno alle attività educative e ricreative. Aiuta negli spostamenti degli anziani, nell’accompagnamento all’interno della struttura per le attività. Si impegna nella lettura del giornale, accompagnamento a pranzo o di nuovo in stanza, oltre che nel promuovere e aiutare gli anziani nei giochi di società, ma anche in attività organizzate da fare all’esterno, come le visite al parco o ai musei". Quindi il giovane volontario diventa una figura di sostegno agli educatori. I candidati migliori, come fa osservare il direttore, sono gli studenti di psicologia e di scuole per educatori professionali e per assistenti sociali. Lo staff del centro diurno Rembrandt ha già aderito al progetto della Rete di Servizio civile universale che ha come capofila Galdus lo scorso anno, accogliendo tre ragazze.

I nonni imparano a conoscere le nuove figure che si aggirano per il reparto, le accolgono, si fidano di loro e le cercano. Raccontano le loro storie di vita, magari sconnesse, si impigliano nei loro pensieri a volte sfocati, come foto sbiadite. Desiderano fermare momenti felici e sofferti. E i ragazzi li ascoltano, cogliendo la ricchezza di un mondo perduto che non si trova sulle notizie flash di una pagina di internet. Ascolto e empatia creano relazioni consolidate e fedeli, tanto che quando la giovane volontaria, divenuta ormai come una nipote, non si fa viva il nonno chiede di lei e la aspetta. "Il volontariato in un centro diurno è un’esperienza molto formativa per i ragazzi – assicura il direttore –, la consiglierei davvero a tutti. I ragazzi ci chiedono orari flessibili per poter dedicare il giusto tempo anche allo studio o agli impegni familiari. Ed è assolutamente possibile: c’è chi condensa le ore su tre giorni e chi il sabato e la domenica".

I ragazzi ricevono dal Ministero un compenso-rimborso spese di 444 euro al mese netti, per mezza giornata di lavoro, organizzato e prevedibile. Cosa per nulla scontata con ripetizioni o altri lavori a cottimo per studenti. E poi "si fa del bene". Anche al fianco del team di fisioterapisti a disposizione degli anziani per programmare attività riabilitative ed esercizi di psicomotricità. Allenare il corpo aiuta a mantenere l’indipendenza degli ospiti, coltivando la loro autostima e sicurezza: "Il giardino e il centro storico di Monza rappresentano luoghi ideali dove muoversi, accompagnati dal nostro personale. Anche per l’attività di fisioterapia è utile l’aiuto dei ragazzi volontari che accompagnano i nonni, vigilano su di loro perché non abbiano problemi e li aiutano nello svolgimento degli esercizi". Infermieri e operatori socio-sanitari fanno da tutor ai volontari: Soprattutto per i più giovani in cerca di orientamento, può essere un assaggio di un contesto sanitario, per scegliere discipline universitarie del settore".

C.B.