Quattro morti e 7mila infortuni, rabbia Cgil

Dati molto pesanti lo scorso anno, il sindacato chiede di mettere al centro un’occupazione di qualità, la formazione e l’informazione

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di Marco Galvani

Quattro morti e 7.315 infortuni l’anno scorso. E il 2022 conta già una croce sul lavoro e un incidente grave. "Sono dati che non ci lasciano tranquilli in quanto tendono a confermare un andamento storico territoriale che denuncia le modalità di lavoro con cui operiamo quotidianamente nei cantieri, nelle aziende, con i mezzi di trasporto": Giulio Fossati, segretario della Cgil Monza e Brianza, non nasconde la sua preoccupazione davanti alla fotografia scattata da Inail in provincia. "Abbiamo avuto anche nel 2021 quattro morti nei luoghi di lavoro. Persone che non faranno più ritorno a casa nel tentativo di garantire una vita degna alla propria famiglia. Famiglie che piombano in un lutto improvviso e che quasi sicuramente saranno più povere e in gravi difficoltà per il futuro". Proprio come quella di Stefano Anastasio, operaio di Casatenovo morto a 50 anni dopo essere stato schiacciato dalla cabina di un escavatore in un cantiere edile a Besana Brianza. La prima tragedia dell’anno, a una settimana dal grave infortunio in un’azienda di confezionamento di prodotti cosmetici di Ornago in cui è rimasto ferito un operaio di 43 anni, schiacciato da un bancale. Perché anche i feriti devono far riflettere: "Nel 2021 sono stati denunciati 7.315 infortuni. Se non mettiamo in campo tutte le iniziative per ridurre i comportamenti sbagliati e le condizioni insicure non riusciremo ad abbattere il numero di infortuni". Peraltro, "moriamo e ci feriamo anche andando al lavoro, circa un infortunio su sei avviene nel tragitto che ci porta da casa al lavoro. Questo deve necessariamente portare a una riflessione sullo stato dell’infrastruttura stradale e alla concentrazione dei mezzi di trasporto in determinati orari della giornata, che dipendono in primis dall’organizzazione del lavoro sul territorio". Ecco perché "dobbiamo mettere al centro il lavoro di qualità, la formazione e l’informazione. Sono indispensabili enti di prevenzione strutturati, competenti e motivati per contrastare efficacemente il mancato rispetto delle regole nei luoghi di lavoro". Senza dimenticare le malattie professionali: "Sono circa 200 le denunce del 2021, riguardano in particolare il sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, il sistema nervoso e l’insorgenza di tumori. Questo fenomeno fatica a emergere perché a volte è difficile legare le patologie agli effetti dell’attività lavorativa. Spesso anche i medici di famiglia non ne comprendono la natura, perché i rischi delle lavorazioni non sono riportati nel libretto sanitario dei lavoratori, altra cattiva prassi ormai consolidata che scarica gli effetti delle attività lavorative sul servizio sanitario nazionale".