Quando il Monza mise i nomi sulle magliette

E dopo l’impresa di Fiume con D’Annunzio nel 1924 i biancorossi invitarono il “Gloria” per inaugurare il campo in via Ghilini

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Le magliette col nome del giocatore stampigliato sulla spalle. I colori, spesso sgargianti, per motivi commerciali che fanno storcere il naso ai tifosi più tradizionalisti. E poi l’immancabile sponsor, a volte più di uno. Oggi il calcio è così e le maglie personalizzate, introdotte ai Mondiali di Usa ’94, sono la normalità. Pure l’obbligo dei numeri progressivi è venuto a mancare, a scegliere sono gli stessi giocatori o il club. Il calcio è business, prendere o lasciare.

“Forse non tutti sanno che...” (definizione rubata alla Settimana Enigmistica), però, fu il Monza la prima squadra di calcio in Italia a mettere i nomi dei calciatori sulla propria divisa. Era il 22 agosto 1979, i biancorossi erano reduci dalla doccia fredda per l’ennesima promozione in serie A sfumata sul più bello (il famigerato spareggio di Bologna), parecchi dei “big” – Silva, Penzo, Volpati – erano stati ceduti. A loro posto, giovani promettenti come Massaro e Monelli. In questo clima, non sappiamo a chi venne in mente di sperimentare una cosa mai vista sino ad allora nel calcio: le magliette col nome (fino al 1939 non si usavano neppure i numeri). L’occasione è fornita da un incontro di Coppa Italia contro il Milan. Data l’inagibilità per quella sera dello stadio di San Siro, il Piacenza offre gentilmente il suo stadio. Ma quando Massaro e soci scendono in campo col proprio nome sulle spalle, spettatori e addetti ai lavori restano con un palmo di naso. L’idea non si rivela tuttavia un successo. La Federazione Italia Gioco Calcio, a cui non era stata chiesta alcuna autorizzazione in merito, se la prende a male: paludata mìca poco, non tollera per essere stata messa davanti al fatto compiuto. E punisce i biancorossi con una multa. Pare salata, anche se non è dato sapere a quanto ammontasse. Per la cronaca, non ci sono altre sorprese e il Milan vince 2-0. Ma quella delle maglie personalizzate non è l’unica novità in campo sportivo-mediatico nella storia del Monza, che fu apripista anche per qualcosa di molto più serio. Proprio una sua partita fu scelta per sperimentare per la oprima volta gli anticipi televisivi, oggi realtà più che consolidata. A decidere di usare il Monza come cavia, Rai e Figc, che avevano avuto l’idea di trasmettere a rotazione una partita di serie A, B o C da disputarsi in anticipo al sabato: e la prima gara scelta fu quella del 9 ottobre 1955 al San Gregorio contro il Verona. Il Monza vinse 2-0, ma non mancarono le polemiche.

Saputa la novità, i “taccagni” tifosi monzesi, invece che allo stadio, si precipitarono al bar o rimasero a casa (di chi aveva il televisore ovviamente). Allo stadio si presentarono così soltanto 1.500 spettatori (d’abitudine erano almeno quattro volte tanto). E le 700mila lire garantite per il disturbo al Cavalier Gino Alfonso Sada, il patron, furono giudicate troppo esigue a fronte dell’incasso mancato.

Può essere interessante a questo punto fare una piccola storia dei campi da gioco in cui si trovò a cimentarsi il Monza in città. Fondato nel 1912 in una pasticceria del centro (in piazza Roma) il Monza, che fino al 1928 vestiva di bianco e celeste, iniziò a sgambare – un po’ come tutte le piccole società dell’epoca – ai Boschetti Reali, dove esisteva il campo da calcio più “bazzicato” di un’epoca pionieristica. La neonata società volle però abbastanza presto un campo tutto suo: a Triante, area non urbanizzata come oggi in cui i terreni a disposizione non mancavano. Sembra in particolare che il terreno prescelto fosse accanto a quello attualmente occupato dalla chiesa del Sacro Cuore. Nel 1915 si trovò però un nuovo spazio, di fianco al Santuario delle Grazie Vecchie, dove vennero costruite anche delle tribunette. Dopo lunghe traversie, dovute anche alla Guerra, si giunse a una svolta epocale nel 1924, quando venne costruito un nuovo impianto in via Ghilini. Costò sessantamila lire e come ospite all’inaugurazione, il 22 marzo, fu invitato in tutta fretta il “Gloria”, la squadra di Fiume, chiamata sull’onda dell’entusiasmo a soli otto giorni dalla conquista della città da parte di Gabriele D’Annunzio e di un manipolo di irredentisti. Dopo la sospensione dovuta alla Seconda Guerra Mondiale, si ripartì nel 1945, quando fu inaugurato un nuovo campo al San Gregorio. Dopo diversi anni di onorata carriera, nel 1965 verrà intitolato al Cavalier Gino Alfondo Sada, per anni patron del Simmenthal Monza.

Storia moderna: il nuovo stadio Brianteo venne inaugurato l’11 giugno 1988, con un’amichevole contro la Roma di Völler e Renato. I biancorossi, neopromossi in B, vinseno 2-1. Segnò (anche) Casiraghi. E si arriva a quattro anni fa, quando inizia la profonda opera di restyling targata Fininvest e lo stadio cambia nome, diventando l’U-Power Stadium. Ma questa è un’altra storia... che profuma di serie A.