Ritrovati i dipinti di Rubens e Renoir, così è finita una truffa da film

Un ladro di origine croata si era finto rabbino per portare a termine il piano. I quadri sono stati ritrovati dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza

I quadri recuperati

I quadri recuperati

Monza, 21 luglio 2018 - Erano nascosti in una casa, o forse in un magazzino in provincia di Torino. Ben conservati, ma ancora lungi dall’essere piazzati sul mercato. Segno evidente che il loro non era stato un furto su commissione, ma un’occasione messa a frutto da un gruppo di truffatori e ladri di particolare abilità. Stiamo parlando dei dipinti "Le fanciulle sul prato" di Renoir e "La Sacra famiglia" di Rubens appena trovati dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza a conclusione di un’indagine che ha portato all’arresto di cinque uomini e alla denuncia di altre tre persone, autori di uno dei più clamorosi, incredibili furti d’arte che si rammentino in Italia. 

Una storia da film. I due dipinti appartengono a due galleristi, un cagliaritano e una piemontese, che avevano deciso tempo fa di metterli sul mercato. Purtroppo per loro però come acquirenti si erano presentati, arrivando a firmare un finto contratto di compravendita da 26 milioni di euro, degli abili truffatori. In prima linea c’era un finto rabbino, tale ‘Samuele Graham Levy’, sedicente membro di spicco della comunità ebraica di Milano e diplomatico con passaporto israeliano, che altri non era in realtà che un ladro croato di 44 anni. Al suo fianco si erano mossi per mesi un finto uomo d’affari iraniano, mediatori vari, telefonisti, immobiliaristi che avevano fornito la sede in cui concludere l’affare, scelta non a caso al piano terra di un’elegante palazzina di Monza in cui trovava posto anche la sede del Consolato onorario d’Albania (estraneo alla vicenda), in modo da rendere più verosimili le credenziali millantate dai compratori. 

Il giorno prescelto per chiudere l’affare, il 30 aprile 2017, l’accompagnatore-autista del finto rabbino, un elegante trentenne di origine austriaca domiciliato nel Milanese, era riuscito a distrarre il gallerista incaricato di portare i due preziosi dipinti con la scusa di offrirgli un caffè. Ne aveva approfittato per far sparire i quadri e darsi alla fuga sotto il suo naso. Le indagini dei carabinieri hanno però fatto giustizia. Il mese scorso hanno acciuffato quattro dei cinque responsabili. E ora hanno trovato i dipinti rubati e hanno individuato l’austriaco che finora era riuscito a darsi alla macchia. 

Anche se il procuratore capo di Monza Luisa Zanetti, il comandante del Gruppo Carabinieri Tpc, tenente colonnello Valerio Marra, e il comandante di Monza, maggiore Francesco Provenza, lanciano un appello: "Gli autori del colpo potrebbero essere seriali e aver colpito altre volte. Invitiamo chiunque potesse essere venuto a contatto con loro a farsi avanti. Qualora qualcuno avesse subìto una truffa o un furto con modalità analoghe a questo caso, può venire a denunciarlo ai carabinieri, il che ci permetterebbe di dimostrare l’eventuale serialità degli indagati o la presenza di altri complici". Sull’autenticità dei dipinti, seppur ritenuta altamente probabile (di certo il Rubens è uscito dalla sua bottega), sono ancora in corso approfondimenti storico artistici. Le persone arrestate un mese fa nel frattempo sono state scarcerate: attendono il processo per il reato di furto pluriaggravato.