Scandalo sanità, settimana di nuovi interrogatori. Gli indagati chiedono la scarcerazione

Ancora in cella i tre chirurghi e i due manager della Ceraver

Una sala  operatoria

Una sala operatoria

Monza, 25 settembre 2017 - Settimana decisiva per i cinque arrestati nell’inchiesta della Procura di Monza per associazione a delinquere e corruzione sulle protesi «scadenti» impiantate ai pazienti delle cliniche private convenzionate. Sono ormai in carcere da oltre dieci giorni i tre chirurghi ortopedici Claudio Manzini, Fabio Bestetti e Marco Valadè, in servizio presso gli Istituti Clinici Zucchi e gli Istituti Policlinico di Monza (Bestetti fino al 2015), insieme al responsabile commerciale della società produttrice delle protesi Ceraver, Denis Panico e al rappresentante per la Lombardia Marco Camnasio. Sono in attesa di sapere se il gip del Tribunale di Monza Federica Centonze concederà loro gli arresti domiciliari Denis Panico e Fabio Bestetti.

Il primo ha chiesto di essere scarcerato già dopo l’interrogatorio di garanzia avvenuto nel carcere di Rimini dove risiede a tre giorni dall’arresto, in cui ha sostanzialmente ammesso gli addebiti dichiarando di non sapere «che fosse reato dare soldi ai medici». Il giudice non si è ancora pronunciato, forse in attesa di un più approfondito nuovo interrogatorio. E’ stato invece sentito dalla pm Manuela Massenz venerdì scorso e attende a sua volta la pronuncia sugli arresti domiciliari Fabio Bestetti che, dopo l’interrogatorio di garanzia, aveva chiesto un interrogatorio in Procura dopo avere reperito documentazione per dimostrare che le protesi per anca e ginocchio Ceraver non hanno causato problemi ai pazienti.

Previsti nei prossimi giorni anche gli interrogatori con la pm degli altri due chirurghi con lo stesso scopo di lasciare il carcere di Monza. Il gip ha invece già respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata da Marco Camnasio. L’istanza di poter tornare nella sua casa di Seregno dove Camnasio vive con la moglie e i figli piccoli era stata presentata dai suoi difensori, gli avvocati Gaetano Braghò e Riccardo Truppo, dopo l’interrogatorio di garanzia seguìto all’arresto, che ora stanno valutando se presentare ricorso al Tribunale del riesame di Milano. Secondo il giudice le dichiarazioni del rappresentante sono in contrasto con quelle di Denis Panico.