Protesi e corruzione: si punta ai riti alternativi

Due ipotesi di patteggiamento e una di processo abbreviato per tre delle nove richieste di rinvio a giudizio firmate dalla pm Massenz

Migration

di Stefania Totaro

Due ipotesi di patteggiamento e una di processo abbreviato per la presunta corruzione sulle protesi ortopediche. E’ il bilancio dell’udienza preliminare che si è tenuta ieri nella sede della Provincia davanti alla giudice del Tribunale di Monza Patrizia Gallucci sulle 9 richieste di rinvio a giudizio firmate dalla pm della Procura di Monza Manuela Massenz, titolare delle indagini della Guardia di Finanza che avevano portato agli arresti dei chirurghi ortopedici Claudio Manzini, il luminare in servizio agli Istituti clinici Zucchi e di Fabio Bestetti e Marco Valadè, in servizio al Policlinico di Monza, nonchè a quello del responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese delle protesi ‘Ceraver’, Denis Panico e del venditore per la Lombardia Marco Camnasio. AI loro nomi si sono poi aggiunti quelli dei francesi Remì Charles Joseph Shimel, Philippe Cuisset e Daniel Balanqueaert (rispettivamente ex amministratore delegato, presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato dal 2016 della Ceraver), della società stessa e quelli di 6 medici di base, le cui posizioni sono state smistate nei Tribunali competenti. Ad ipotizzare un patteggiamento della pena sono stati i difensori di Panico e della Ceraver, mentre quella di processo abbreviato arriva dal legale di Bestetti. Ma la conferma verrà il 30 aprile quando la giudice si pronuncerà su un’eccezione preliminare sull’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche presentata dalla difesa. Le accuse sono a vario titolo quelle di associazione per delinquere e corruzione. Panico e Camnasio, con il placet dei tre dirigenti francesi, vengono indicati quali promotori e organizzatori dell’associazione, in veste di reclutatori di medici disposti a scegliere le loro protesi, offrendo come corrispettivo denaro e altre utilità. Bestetti e Valadè, secondo l’accusa, si sarebbero attivati per utilizzare le protesi Ceraver e per contribuire alla ricerca di medici di base disponibili a reclutare pazienti, agendo con "atti contrari ai doveri di ufficio". Bestetti è anche accusato di essersi attivato presso la clinica convenzionata GB Mangioni Hospital di Lecco, dove si era spostato lasciando il Policlinico, anche per promuovere l’utilizzo di protesi ‘Samò’, a loro volta vendute da Camnasio e Panico. Valadè avrebbe anche sponsorizzato un integratore prodotto da Camnasio.

Meno pesante la posizione di Manzini, a sua volta accusato di aver preso parte alla corruzione ma nella fattispecie meno grave di "corruzione nell’esercizio di una funzione" relativamente all’uso delle protesi (che sarebbero state utilizzate soltanto se di reale utilità per il tipo di disturbo ortopedico sofferto dai pazienti), mentre di aver agito per "atti contrari ai doveri d’ufficio" nel prestarsi per le visite negli ambulatori dei medici di base o di per avervi inviato medici del suo staff, allo scopo di reclutare nuovi pazienti.