Protesi Ceraver, lesioni gravi ai pazienti

La procuratrice Manuela Massenz ha firmato la conclusione delle indagini: due chirurghi accusati di quasi un centinaio di casi sospetti

di Stefania Totaro

Dopo l’accusa di corruzione per le protesi al ginocchio Ceraver, arriva anche quella di lesioni personali gravi per i due chirurghi ortopedici che erano in servizio al Policlinico di Monza. La procuratrice aggiunta monzese Manuela Massenz ha firmato la conclusione delle indagini nei confronti di Marco Valadè e Fabio Bestetti, per cui è ancora in corso il primo procedimento penale. Ora al primo vengono contestati ben 76 casi sospetti, risalenti a un periodo tra il 2014 e il 2017, al secondo 15 casi tra il 2014 e il 2015. Per muovere le accuse la Procura di Monza, oltre alle intercettazioni, ha fatto visionare a un consulente tecnico una ad una le cartelle cliniche dei pazienti a cui è stata impiantata una protesi Ceraver per identificare quelli a cui, secondo il capo di imputazione, "rappresentando la necessità di un intervento chirurgico di artroplastica di ginocchio pur consapevole dell’insussistenza dei presupposti per tale indicazione, in assenza di valido consenso espresso dal paziente in quanto carpito dallo specialista mediante informazioni scorrette" sono state provocate lesioni "consistite nella incisione chirurgica in anestesia totale e nell’asportazione di parte dell’articolazione, da cui derivava un’inabilità di oltre 40 giorni e l’indebolimento permanente dell’organo della deambulazione conseguente all’impianto di una protesi". Un’accusa aggravata dall’aver commesso il fatto "per conseguire il prezzo della corruzione". Per Marco Valadè risponde il suo avvocato, Davide Confalonieri: "Non abbiamo ancora avuto la possibilità di esaminare il fascicolo delle indagini e ci riserviamo un’attenta disamina anche sotto il profilo di una valutazione medico-specialistica. Il dottor Valadè ha in ogni caso appreso con vivo stupore – e non poca amarezza – quanto contestato dalla Procura, anche perché dal 2017 ad oggi, nonostante il precedente clamore mediatico, non ha ricevuto alcuna richiesta risarcitoria che possa suffragare quanto a lui contestato. Peraltro, alcuni dei pazienti menzionati nell’avviso di conclusione indagini sono tuttora in cura dal mio assistito che, in ogni caso, è sinceramente convinto di aver sempre operato secondo scienza e coscienza, e di aver sempre agito per la salute dei propri pazienti, ed intende dimostrare la correttezza del proprio operato medico-chirurgico in ogni sede, anche a tutela della propria onorabilità e dignità professionale".

Anche l’avvocato Attilio Villa, difensore di Fabio Bestetti, attende di visionare gli atti prima di rilasciare commenti.