Pronto soccorso di Vimercate, cuochi per combattere lo stress

L’idea del primario di Vimercate Tiziana Fraterrigo: coinvolti 14 internisti nella brigata dei fratelli Butticè

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Il grembiule al posto del camice. Nuova divisa per i medici del pronto soccorso di Vimercate, chef per una sera al Moro di Monza, un modo diverso per imparare a gestire lo stress da superlavoro. Così ha pensato il primario Tiziana Fraterrigo che ha scelto di guardare la situazione "da un altro punto di vista". Anche le brigate dei grandi cuochi vivono ogni giorno sul filo di lana, benché non abbiano per le mani la vita della gente. Loro, invece, 14 internisti in servizio in città, sì. E così è nata l’idea di staccarsi per qualche ora dalla prima linea dopo due anni pieni di difficoltà. "Con le diverse ondate siamo passati dallo choc alla rassegnazione – dice la dirigente – temo per la nostra tenuta: nell’immaginario collettivo e nei fatti non siamo più eroi, ma a volte quasi nemici. La relazione con i pazienti è diventata difficile e in alcuni casi problematica: c’è sfiducia nei confronti della categoria. Colpa dell’isolamento, delle difficoltà esistenziali ed economiche, ma queste situazioni ormai sono all’ordine del giorno". Da più di un anno il numero di accessi in emergenza "è tornato ai livelli pre-pandemia – aggiunge Fraterrigo – da noi arrivano 200 persone al giorno, spesso in condizioni molto critiche per disturbi che non c’entrano con il Covid. La riorganizzazione dell’ospedale in chiave anti-virus ha reso più complicato seguire tutto il resto e malati e famiglie mostrano segni di nervosismo a volte oltre livelli accettabili". E’ venuta così la proposta "di confrontarsi con un’altra realtà per rinsaldare il nostro ruolo e mettere alla prova i nostri legami – racconta il primario –. Salvatore e Vincenzo Butticè, patrons del ristorante, ci hanno diviso in due squadre, scambiandoci i compiti all’improvviso: anche qui, come in corsia, imprevisti del mestiere, ma è andato tutto a meraviglia, ha vinto la volontà di affrontare le difficoltà insieme". Esattamente come al lavoro. Ma una differenza c’è: stavolta è finito tutto con un selfie davanti a certi manicaretti da professionisti.