Scanagatti a Maroni: sui profughi ricatti inaccettabili

Il presidente dell'Anci e le pressioni del Pirellone

Maroni e Scanagatti

Maroni e Scanagatti

Monza, 11 giugno 20015 - Da una parte il Governo pronto a sbloccare il patto di stabilità per concedere più possibilità di spesa ai Comuni che accolgono più profughi, dall’altro il presidente della Lombardia Maroni pronto invece a dare incentivi ai municipi che rifiutano di prenderli ed escludere gli altri dai trasferimenti di fondi.

E in mezzo restano le città e i territori che già stanno gestendo l’accoglienza dei migranti e, almeno a Monza e in Brianza, sono in grado di proseguire senza particolari problemi. Sindaco Scanagatti, lei è anche presidente dell’Anci Lombardia. Cosa pensa delle dichiarazioni di Governo e Regione sulla questione dei profughi? "Per ora mi sembrano entrambi più annunci che fatti concreti. E su una materia così significativa nei Comuni ci atteniamo alle norme che finora non sono state cambiate né con leggi nazionali né regionali". Come valuta la posizione del presidente Maroni? "La proposta di Maroni di escludere dai finanziamenti regionali i Comuni che accoglieranno nuovi immigrati, oltre ad uno sgradevole sapore di ricatto è anche velleitaria poiché viola la legge, infatti la politica sull’immigrazione non viene decisa dalla Regione ma dal Governo. Se il Presidente di Regione Lombardia poi intende presentare proposte di legge discriminatorie può farlo, ma le contrasteremo come anticostituzionali. Finora la proposta di Maroni mi sembra pensata guardando più ai prossimi ballottaggi in alcuni Comuni, rispetto alle vere esigenze del territorio lombardo". E quali esigenze avrebbe il territorio sul tema profughi? "Questa è un’emergenza che non si può ignorare come ha fatto finora la Regione. La conferenza Stato-Regioni indica nei tavoli regionali il luogo dove gestire la distribuzione dei profughi. Ma la Lombardia non ha mai attivato questo tavolo, e la gestione dell’accoglienza è lasciata alle Prefetture, ai Comuni e alle associazioni del terzo settore sul territorio. Bisognerebbe prendere provvedimenti, e paradossalmente sono quelli che lo stesso Maroni aveva indicato nell’aprile 2011 quando da ministro dell’Internò si trovò davanti alle Primavere Arabe". A quali provvedimenti si riferisce? "Maroni giustamente spiegò che di fronte all’emergenza tutti devono fare la loro parte: chiese aiuto ai sindaci, con la firma dell’intesa tra Stato, Regioni e Anci che assicurava una equa ripartizione delle presenze su tutto il territorio nazionale. Indicò pure la proporzione di 1 profugo ogni mille abitanti come quota d’accoglienza nei Comuni: un livello per cui attualmente in Lombardia siamo molto al di sotto, nonostante ci siano alcuni Comuni che non accolgono nessuno". E a Monza che situazione c’è? "Sono sempre stati meno di un centinaio i profughi presenti, e attualmente sono circa 90 accolti nelle strutture gestite da Comunità Monza e Brianza che è l’ente a cui la Prefettura ha dato l’incarico di seguire questo fenomeno in città. Poi il Comune di Monza non ha alcuna spesa riguardo all’accoglienza profughi: mettiamo a disposizione l’edificio comunale di via Spallanzani come hub di prima accoglienza temporanea in vista dello smistamento sul territorio provinciale dei migranti che di volta in volta vengono assegnati alla Brianza. E questo servizio, come quello delle associazioni del terzo settore che seguono i migranti, sono pagati dal Ministero dell’Interno attraverso le Prefetture". Quindi anche la proposta del Governo di allentare il Patto di Stabilità ai Comuni che accolgono non sarebbe utile e anzi porterebbe semmai le città a spendere soldi propri per interventi invece di competenza statale? "Penso che il Governo si riferisca al Patto di Stabilità di quei Comuni, e non sono tutti, che già ora gestiscono direttamente i fondi statali dati per l’accoglienza. Per gli altri Comuni come Monza che invece non ne hanno una gestione diretta, penso che se il Governo gli assegnasse oneri aggiuntivi verso i profughi dovrebbe poi anche impegnarsi a dargli adeguato sostegno economico. L’emergenza profughi è del Paese non dei Comuni". E ora c’è emergenza a Monza o in generale in Lombardia? "La situazione dell’accoglienza a Monza, ma in generale in Lombardia, è più che sostenibile. In Brianza c’è poi un sistema che dimostra che se c’è una distribuzione tra tutti, poi non c’è alcun problema. Se ora viene chiesto a Lombardia e Veneto di fare di più, è solo perché finora non hanno fatto quanto previsto. Ma detto questo, come Anci è stato ribadito che i Comuni non possono essere lasciati soli e davanti all’emergenza profughi serve un accordo a livello europeo con urgenza per migliorare e correggere le situazioni di criticità".