Profughi, le famiglie chiedono aiuto

In provincia 3.356 donne, minori e anziani in fuga, ma gli scaffali sono vuoti e serve l’intervento delle istituzioni

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di Barbara Apicella

L’accoglienza inizia a pesare. Ma solo sul budget familiare. Le quasi 40 famiglie che a Monza stanno ospitando i profughi che scappano dalla guerra in Ucraina iniziano a chiedere aiuto. Soprattutto per riempire il carrello. A lanciare l’allarme è ancora Agostino D’Antuoni, l’avvocato monzese che dall’inizio della guerra è riuscito a portare a Monza oltre 180 tra donne, bambini, disabili e anziani che scappavano dall’Ucraina. Ma a due mesi dal primo arrivo l’onda della solidarietà dei cittadini inizia scemare, i magazzini delle associazioni di volontariato a svuotarsi, e le famiglie stringono sempre di più la cinghia. Un aiuto è arrivato venerdì scorso quando, in occasione del consueto incontro che D’Antuoni organizza all’oratorio di San Gerardo con le famiglie che ospitano e con i profughi, la Croce Rossa di Monza ha donato 40 pacchi alimentari: "Dalle istituzioni le famiglie non stanno ricevendo aiuti. Dopo l’euforia iniziale con i cittadini che donavano cibo e vestiti, l’emergenza Ucraina purtroppo è diventata una normalità. Le famiglie hanno difficoltà a far quadrare il bilancio". Prima gli aiuti alimentari arrivavano anche dall’Armadio dei poveri, l’associazione che ha sede presso lo Spazio 37 di via Borgazzi. Ma nelle ultime settimane la presidente Roberta Campani deve fare i conti con gli scaffali vuoti. "Stanno continuando ad arrivare famiglie che hanno bisogno – spiega Campani –. Non solo famiglie che ospitano i profughi. C’è bisogno di tutto. Ci sono persone che mi stanno chiedendo persino panettoni o colombe già aperte per far fare la colazione ai bambini. Purtroppo non stanno più arrivando donazioni di cibo. Stiamo usando i fondi dell’associazione per acquistare le derrate alimentari da donare".

"Ora è fondamentale l’intervento delle istituzioni: con aiuti, fondi, pacchi alimentari, pannolini da donare ai bambini. Ci sono famiglie che dall’oggi al domani si stanno sobbarcando spese ingenti per l’arrivo in casa di neonati. A giugno tre ragazze che sono ospitate da famiglie di Monza partoriranno". Intanto si attendono i permessi di soggiorno per i colloqui di lavoro. Dalla questura di Monza fanno sapere che "sono state già acquisite 749 istanze. La produzione del permesso dipende dal Poligrafico dello Stato che sta dando la priorità alla stampa. Sono giunti in provincia 3.356 ucraini. A molti viene dato l’appuntamento a giugno perché non hanno la documentazione completa. Molti dopo aver fissato l’appuntamento non si presentano perché o sono rientrati in patria o sono andati all’estero. Sono stati in consegna 207 permessi".