Monza, 860 profughi a "rischio sfratto"

L'associazione Bonvena che attualmente gestisce 860 migranti in appartamenti non parteciperà al nuovo bando della Prefettura. La Prefetta: "Nessuno sarà messo in strada"

A livello provinciale è stata chiesta dalla prefettura  la disponibilità di 1.370 posti per profughi in singole unità abitative

A livello provinciale è stata chiesta dalla prefettura la disponibilità di 1.370 posti per profughi in singole unità abitative

Monza, 18 aprile 2019 - La battaglia sui migranti della rete di accoglienza Bonvena. Disertata l’ultima gara della Prefettura per la gestione dei servizi ai richiedenti protezione internazionale in singole unità abitative (per cui sono stati chiesti a livello provinciale 1.370 posti). E presentato un ricorso al Tar proprio contro il bando prefettizio chiedendo «l’annullamento delle condizioni di gara che riteniamo ostative alla partecipazione». Dal raggruppamento temporaneo di impresa Bonvena (composto da Consorzio comunità Brianza, CS&L di Cavenago di Brianza, cooperative consorziate e associazioni per un totale di 20 partner) che attualmente gestisce 860 migranti ospiti in appartamenti sparsi in Brianza, non sono disposti ad andare avanti perché «il taglio delle risorse previsto dai nuovi bandi rende molto problematico continuare a lavorare per l’integrazione, la cura e l’attenzione verso la persona, indirizzando verso una modalità di intervento volta più al controllo che all’inclusione».

Mancano, insomma, «alcune condizioni cruciali per il corretto svolgimento del nostro operato e per la reale presa in carico e tutela delle persone migranti. Siamo consapevoli, con profondo rammarico e viva preoccupazione, delle ricadute in termini occupazionali per le nostre organizzazioni, ricadute che stiamo cercando di contenere nei limiti delle nostre possibilità, con attenzione alle specifiche esigenze dei nostri competenti operatori», chiarisce Mario Riva, presidente del Consorzio Comunità Brianza. Già nelle scorse settimane era stato costretto a chiudere il centro di prima accoglienza di via Spallanzani a Monza.

Motivo: la mancanza di migranti a seguito del calo degli sbarchi. Dopo quattro anni di gestione, Riva ha riconsegnato le chiavi del centro al Comune. Impossibile anche prospettare una nuova destinazione, magari per ospitare minori non accompagnati o mamme con bambini: troppo alti i costi di ristrutturazione. Più saggio chiudere. Come non partecipare al bando della Prefettura a causa della «grave insostenibilità economico-gestionale della stessa per come è stata costruita e per le risorse messe a disposizione. A partire dalla verificata interruzione delle prestazioni e dei servizi finalizzati alla vera inclusione degli accolti, come i corsi di lingua italiana e professionali nonché alla maggior tutela delle persone richiedenti asilo da noi ospitate», ribadiscono da Bonvena. Che, comunque, hanno deciso di partecipare soltanto ai bandi che riguardano l’accoglienza in strutture collettive (per i quali è chiesta la disponibilità di 580 posti) «dove pare esserci una pur minima sostenibilità che ci potrà permettere, cercando anche risorse aggiuntive dal territorio, di continuare a fare al meglio il lavoro richiesto». E gli 860 richiedenti protezione internazionale attualmente ospitati da Bonvena, che fine faranno? L’attuale contratto scade il 30 aprile.

«Sicuramente nessuno sarà messo in strada – il punto fermo del prefetto Patrizia Palmisani -. Ma al momento la procedura di gara non è ancora conclusa, dobbiamo verificare le offerte arrivate per cui ci vorrà ancora qualche giorno, in ogni caso troveremo la formula tecnica per affrontare la situazione».