Dai formaggi ai salumi, il made in Brianza vola

Straordinari e turni pesanti, ma i risultati premiano anche il lavoro grazie alla firma di alcuni contratti aziendali migliorativi

Sono circa 5mila i lavoratori impegnati nel comparto tra le province di Monza e Lecco

Sono circa 5mila i lavoratori impegnati nel comparto tra le province di Monza e Lecco

Monza - Turni notturni , straordinari, sabati lavorativi e riorganizzazione degli orari per star dietro a tutte le richieste. Le difficoltà generali dell’anno scorsodovute all’epidemia sono un ricordo per l’industria alimentare brianzola e la misura più chiara che la crisi è passata la dà il lavoro. C’è tanto lavoro per esempio al Salumificio Beretta di Trezzo, dove si è dovuti ricorrere ad accordi sindacali 6x6 e al terzo turno notturno. Il comparto dell’industria alimentari, compreso tra i fornitori di servizi essenziali, non si è mai potuto fermare, nemmeno nei mesi più duri della quarantena nel 2020, ed è stato uno dei settori che ha continuato ad aumentare gli addetti attraverso accordi sindacali migliorativi e contratti stabili, arrivando a coinvolgere i circa 5mila lavoratori impegnati nel comparto tra le province di Monza e Lecco. In pratica, è stato una specie di riconoscimento verso chi non ha fatto mai mancare il proprio apporto ai processi produttivi, pure in tempi difficili: ne è convinto Stefano Bosisio, 37enne segretario generale appena confermato della Federazione agroalimentare e ambientale, Cisl Monza Brianza Lecco, con la nuova segreteria composta da Arianna Oggioni e William Sala.

"Dal punto di vista occupazionale - spiega Bosisio - ci sono realtà virtuose dove esistono buone relazioni sindacali. In questi casi stipuliamo accordi che portano a un aumento dell’organico con assunzioni a tempo indeterminato. Altre aziende puntano invece sempre sulla flessibilità estrema con l’uso delle cooperative". Una scelta non condivisa dal sindacato: "Occorre puntare al lavoro di qualità e smettere di svuotarle di professionalità, abbiamo il dovere di far grande il nostro Made in Italy". Nuove intese, intanto, stanno comunque favorendo aumenti occupazionali in Brianza: nel sito produttivo della Granarolo di Usmate, per esempio, è stato applicato un accordo sperimentale della durata di un anno sul turno di scorrimento. Al termine della sperimentazione, studiata proprio per fare fronte all’aumento delle richieste, 8 lavoratori passeranno dal contratto determinato o somministrato all’indeterminato. In altre imprese, come pastifici e salumifici, la stessa tendenza a stabilizzare è più lenta ma si inizia ad avvertire. L’anno scorso col rinnovo del contratto nazionale sono arrivati spunti interessanti in tema di formazione, oltre a un aumento medio lordo a regime di 119 euro mensili. "Sicuramente – conclude Bosisio – c’era la necessità di dare una risposta adeguata ai sacrifici e agli sforzi fatti da lavoratrici e lavoratori, ma resta il fatto che in Italia i salari medi crescono troppo lentamente rispetto a quelli medi europei".