Processo Villa Sottocasa, tutti assolti

Ex sindaco e il suo vice ne escono a testa alta, prescritti anche i presunti abusi di ufficio p'per la ristrutturazione dell'ala privata dello storico edificio

Villa Sottocasa

Villa Sottocasa

Vimercate, 17 Luglio 2018 - Il Tribunale di Monza ha assolto tutti gli imputati al processo per i presunti abusi sulla ristrutturazione dell’ala privata di Villa Sottocasa di Vimercate. Il pm monzese Manuela Massenz aveva chiesto invece le condanne: 9 mesi di reclusione per concorso in abuso d'ufficio ed omessa denuncia per l'ex vicesindaco e assessore alla cultura e ora senatore Roberto Rampi, per l'ex sindaco Paolo Brambilla e per l'ex dirigente del settore Pianificazione del territorio del Comune di Vimercate Bruno Cirant e 10 mesi per violazione della normativa sulla tutela del patrimonio culturale e falso per il funzionario dell'ufficio Urbanistica Paolo Alessandro e il costruttore Ivo Redaelli, titolare della 'Leader', proprietaria dell'ala privata della storica dimora nel mirino delle indagini giudiziarie. Tre mesi di reclusione erano stati chiesti dal pm infine per un dipendente del costruttore, Massimiliano Casati, imputato solo di falso. Dichiarati prescritti gli abusi edilizi

Sotto accusa lavori che non sarebbero risultati conformi ai permessi rilasciati dalla Soprintendenza ai beni culturali e presunte difformità tra i documenti consegnati in Comune e quelli presentati alla Soprintendenza nel 2009, anno in cui parti' l’iter per la riqualificazione. A presentare denuncia nel 2011 era stata l'architetto Rossella Moioli, responsabile del restauro della parte pubblica di Villa Sottocasa. Al processo si era costituita parte civile l'associazione di tutela dei beni culturali Italia Nostra chiedendo un simbolico risarcimento dei danni. Soddisfatta la difesa degli imputati, che aveva chiesto l'assoluzione sostenendo che i lavori erano stati autorizzati dalla Soprintendenza e l'amministrazione comunale ha agito in piena trasparenza permettendo addirittura all'architetto Moioli l'accesso agli atti nonostante non ne avesse neanche la titolarità.