Processo Seregnopoli Chieste nove condanne

La pena più alta a 7 anni e 4 mesi al costruttore Lugarà, 5 per l’ex sindaco Mazza. La Procura ha domandato l’assoluzione per l’allora vice Giacinto Mariani

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di Stefania Totaro

Chieste 9 condanne e 4 assoluzioni, tra cui quella per abuso d’ufficio dello storico sindaco poi diventato vice Giacinto Mariani, per la presunta Seregnopoli nell’urbanistica. È il bilancio della requisitoria tenuta ieri dai pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo al processo al Tribunale di Monza per l’inchiesta che nel 2017 ha portato al commissariamento della città brianzola

La richiesta più alta, a 7 anni e 4 mesi di reclusione, è per Antonino Lugarà, il costruttore imputato principalmente di corruzione per avere procurato voti nelle elezioni del 2015 al sindaco forzista Edoardo Mazza in cambio della concessione edilizia sull’area della ex storica rimessa per autobus Dell’Orto in via Valassina per realizzare un supermercato. Cinque anni per corruzione è invece la richiesta per Mazza e 4 anni e mezzo per l’ex consigliere comunale Stefano Gatti, considerato il “cavallo di Troia” di Lugarà nell’Amministrazione comunale per tenere il costruttore al corrente del procedere dei suoi affari. Sei anni e mezzo sono stati chiesti per concorso in usura con Lugarà per l’ex assessore regionale e golden boy del Pdl in Brianza Massimo Ponzoni (già condannato per corruzione e bancarotta fraudolenta) perchè avrebbe fatto da intermediario al costruttore per un prestito di 100mila euro; 4 anni per l’ex dirigente dell’ufficio esecuzioni del Tribunale di Monza Vincenzo Corso che avrebbe favorito, su richiesta di Lugarà, il rinvio di un procedimento di sfratto a carico di Ponzoni e 3 anni per l’ex funzionario della Procura di Monza Giuseppe Carello, accusato di avere informato Lugarà su nomi di soggetti iscritti nel registro degli indagati.

Chiesta la condanna a 1 anno e 4 mesi ciascuno per abuso d’ufficio per i funzionari comunali Franco Greco e Mauro Facchinetti e l’assoluzione dalla stessa accusa, perché il fatto è depenalizzato, per i colleghi Carlo Santambrogio, Antonella Cazorzi e Biagio Milione. Mentre per Giacinto Mariani è stata chiesta l’assoluzione "per non avere commesso il fatto" ossia per insufficienza di prove. Chiesti 3 anni per usura per Angelo Bombara per un prestito di 57mila euro a una ristoratrice di Cesano Maderno. Lugarà deve anche rispondere di corruzione per avere messo a disposizione un appartamento al dirigente dell’ufficio tecnico Calogero Grisafi (poi morto suicida) in cambio di un suo ‘occhio di riguardo’ in Comune e di ricettazione per un’anfora antica trovata nella sua casa di Seregno. Nell’inchiesta erano imputati di abuso d’ufficio l’ex assessore a Protezione civile e servizi demografici del Comune di Seregno Gianfranco Ciafrone, vicesindaco fino al 2014 e il segretario comunale Francesco Motolese, che sono stati assolti con il rito abbreviato anche in appello.